AVEZZANO. La sentenza di assoluzione dell’avvocato avezzanese Nabor Zaffiri, nell’ambito dell’inchiesta per la costruzione del nuovo stadio della Roma, è la fine di un calvario durato sei anni. «Ho dovuto fare i conti con i pensieri più terribili. Ho sempre fatto del rispetto della legge la mia stella polare. Affrontare questi anni è stato ancora più difficile sapendo di essere innocente. Certo, rimane l’onta di quanto ho dovuto patire, ma mi auguro che il tempo, che so essere galantuomo, mi restituisca tutto con gli interessi». È quanto dichiarato da Zaffiri a conclusione del processo di primo grado. All’epoca dell’arresto, nel 2018, si ritrovò iscritto nel filone d’indagini, a cura della Procura di Roma, assieme ad altre 21 persone, coinvolte a vario titolo nell’inchiesta. Sotto la lente della giustizia il presunto illecito al sopraggiungere di una variante del progetto della struttura di Tor di Valle. Il noto avvocato avezzanese fu indagato in quanto legale del Gruppo Parnasi, uno dei due proponenti del progetto dello stadio. Lo scorso venerdì, dopo oltre 8 ore di camera di consiglio, è stata annunciata la sentenza di assoluzione con formula piena da tutti i reati a lui imputati: associazione per delinquere, perché il fatto non sussiste, corruzione, per non aver commesso il fatto, e finanziamenti illeciti, poiché il fatto non costituisce reato. «Tale decisione è stata possibile perché il sottoscritto è sempre stato completamente estraneo ai fatti ma anche e soprattutto perché ho avuto la fortuna di incontrare un collegio giudicante di alto spessore professionale», prosegue Zaffiri. «Nulla di quanto ingiustamente patito potrà mai essere ristorato o cancellato, ma ritengo doveroso, per quanto possibile, provare a riabilitare la mia persona e l’immagine della mia famiglia. Un ringraziamento ai miei familiari e agli amici più stretti che mai mi hanno fatto mancare il loro affetto e supporto. Ai tanti clienti che non hanno mai dubitato della mia onestà e professionalità. Infine, un particolare elogio all’avvocato Maurizio Giannone che ha reso possibile tutto questo». (a.p.)
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