L’AQUILA. Sarà la Corte di Cassazione a dire l’ultima parola su un contenzioso fra il Comune dell’Aquila e gli eredi della signora Eleonora Mari (vedova di Piero Ventura) i quali chiedono che venga annullata la donazione che Mari fece al Comune, nel 1999, del cosiddetto “Casino Ventura” che si trova nella zona di via Strinella. Una recente delibera di giunta autorizza l’Avvocatura alla costituzione in giudizio dell’Ente davanti all’Alta Corte. Nella delibera si afferma che «gli eredi della signora Mari ricorrono per la Cassazione della sentenza con cui la Corte d’Appello dell’Aquila nel 2023 ha confermato la sentenza del tribunale dell’Aquila del 2020 e quindi respinto la pretesa degli eredi di ottenere la dichiarazione di nullità dell’atto di donazione del 20 maggio 1999, atto con il quale la signora Eleonora Mari donò al Comune la proprietà del Casino Ventura. A fronte di questa ulteriore intrapresa giudiziaria» si legge ancora nella delibera «si pone l’esigenza di proseguire dinanzi alla Suprema corte di Cassazione l’attività difensiva già vittoriosamente svolta nei gradi di merito. Al contempo, atteso che gli eredi hanno surrettiziamente ottenuto di intestarsi la proprietà comunale nei registri catastali e presso la conservatoria dei registri immobiliari, mediante l’uso di un atto di donazione che sia il tribunale che la Corte d’Appello hanno ritenuto nullo e improduttivo di effetti, si rende opportuno agire giudizialmente contro costoro per ottenere il ripristino in capo al Comune delle iscrizioni sui registri immobiliari».
LA SITUAZIONE
Il Comune è talmente sicuro che la proprietà è sua che qualche mese fa la giunta ha approvato il documento preliminare alla progettazione per la ristrutturazione post sisma del “Casino Mari-Ventura”. L’edificio che ha anche un’ampia area verde intorno (circa seimila metri quadrati), fu donato, come detto, nel 1999 al Comune dell’Aquila da Eleonora Mari che ne mantenne comunque l’usufrutto. Nell’approvare il documento preliminare la giunta affermava che «l’edificio denominato Casino Mari-Ventura è inserito nell’elenco dell’inventario dei beni immobili del Comune dell’Aquila ed è stato pesantemente danneggiato e reso inagibile dagli eventi sismici del 2009. Il Cipe con una delibera del 2020 ha finanziato la ristrutturazione con 2 milioni di euro».
LA DONAZIONE
La signora Mari aveva condizionato la donazione ad alcune clausole: dover apporre una targa in nome del suo defunto marito Piero Ventura, la vendita di parte del terreno annesso per donarne i proventi agli anziani, finanziare un convegno dedicato al marito con successiva pubblicazione degli atti. Inoltre, e questa era la parte più importante, l’edificio doveva essere destinato a sede dell’Istituto abruzzese per la Storia della Resistenza. L’atto di donazione fu stipulato nel maggio del 1999 alla presenza della signora Mari e del sindaco Biagio Tempesta.
CHI ERA PIERO VENTURA
Ma chi era stato Piero Ventura? Sul sito dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia si legge che Piero Ventura era nato all’Aquila il 26 giugno 1886 e deceduto sempre all’Aquila il 20 marzo 1956 (la data giusta però dovrebbe essere il 1959) «comunista dal congresso di Livorno, Ventura fu segretario di Amedeo Bordiga. Arrestato nel 1926 e processato dal tribunale speciale, fu condannato a cinque anni di confino. Con l’armistizio, Ventura entrò come partigiano nella Banda Di Vincenzo, combattendo sino alla liberazione dell’Aquila. Il 13 giugno del 1944 fu nominato dal Comitato di Liberazione nazionale questore dell’Aquila».
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