LANCIANO. La coltivazione della terra come valore a cui tornare perché insegna la cura, la dedizione, la salvaguardia, l’amore per le cose semplici, l’eterna scala dei valori a cui fare sempre riferimento. Parola di Riccardo Scamarcio, ospite ieri della Fiera nazionale dell’Agricoltura, zappattore, con due t, come ama scherzosamente definirsi il poliedrico artista pugliese, che ha coronato i suoi sogni di bambino, quando gli chiedevano cosa volesse fare da grande e lui rispondeva sempre «il contadino o l’attore».
Per lui, atteso nello spazio espositivo della Cia come una star, è stato inevitabile il bagno di folla in una giornata, quella di ieri, che ha visto l’arrivo di migliaia di visitatori, com’è di consueto la domenica per una delle manifestazioni più amate e più importanti del territorio. Ad accoglierlo la presidente di Lancianofiera, Ombretta Mercurio, e il direttore della Cia Chieti-Pescara, Alfonso Ottaviano. Intervistato dalla giornalista Francesca Piccioli, Scamarcio ha parlato della sua passione per l’agricoltura, coltivata fin da bambino, nonostante i genitori facessero tutt’altro mestiere, ma lo accompagnavano abitualmente nei riti della tradizione come la semina, la vendemmia, la raccolta. «Ho una piccola azienda agricola a Polignano a mare da vent’anni dove coltivo olio e vino rigorosamente biologici», dice con una luce di entusiasmo che sembra inondare ancora di più il verde dei suoi occhi, «faccio appena 10mila bottiglie, poche, ma buone. Le cose in campagna hanno un valore diverso e impongono diverse priorità. Se le lasci andare poi sai che dovrai lavorare il doppio per recuperarle e coltivando la terra si impara sempre, il ciclo delle stagioni, la natura: tutte dinamiche che sicuramente mi hanno reso una persona migliore».
L’attore pugliese ha fatto un giro tra i padiglioni, si è concesso per foto e autografi e ha scambiato alcune parole con gli espositori presenti. «Queste manifestazioni sono importanti», ha rimarcato l’artista, «non solo come volano per l’economia, ma per scoprire nuove attrezzature e nuove tecniche, ed è un modo per incontrarsi, scambiare opinioni con chi fa il tuo stesso mestiere, un po’ come i festival cinematografici, alla base c’è sempre l’incontro e lo scambio di idee ed esperienze».
La kermesse quest’anno, anche su spinta della neo presidente Mercurio, dottore agronomo e docente all’istituto agrario di Scerni, ha visto approfondire anche tematiche attuali come i cambiamenti climatici, la coltura dei terreni secondo nuove tecniche bio sostenibili, lo smart farming. Diversi infatti sono stati i convegni a tema a cura degli ordini professionali degli ingegneri, periti agrari, dottori agronomi e dottori forestali e diversi consorzi. «La Fiera dell’agricoltura riguarda non solo il passato e la tradizione», ha detto, «ma soprattutto il futuro ed è necessario farsi trovare preparati, informando e interessando le nuove generazioni».
Oggi la chiusura della manifestazione che da 62 anni richiama il meglio del settore primario in Abruzzo alla quale prenderà parte, al suo primo incontro di grande pubblico dopo la rielezione, il presidente della Regione Marco Marsilio. I tre padiglioni, le cui esposizioni interne e sui 45mila metri quadri di spazio esterno saranno di scena fino a stasera alle 19,30, ospitano questa mattina gli studenti delle scuole primarie con una lezione promossa da Coldiretti su “Il paese delle api”, curata dalla fattoria didattica l’Arnia di Adina di Tornareccio.