TERAMO. A sei anni dal rinvio a giudizio e dopo un processo passato da un giudice all’altro, è una sentenza di condanna a chiudere in primo grado il caso del maresciallo dei carabinieri Ivo Angelini, ora in pensione, che è stato vice comandante del nucleo informativo del comando provinciale di Teramo, comandante della stazione di Crognaleto (periodo a cui si riferiscono le accuse) e in servizio anche nelle compagnie di Giulianova e Alba.
L’ex militare è stato condannato a due anni per truffa ai danni dello Stato e falso dal giudice monocratico Francesco Ferretti. Il pm Davide Rosati aveva chiesto una condanna a tre anni e dieci mesi. Al processo non c’è stata nessuna parte civile. L’inchiesta era scattata in seguito ad alcune segnalazioni e le indagini, condotte all’epoca dai carabinieri del nucleo investigativo del comando di Teramo (che si erano avvalsi anche di accertamenti tecnici eseguiti, in particolare, sulle celle telefoniche agganciate di volta in volta dai telefonini del militare), avrebbero accertato come in numerose occasioni, da luglio 2014 a maggio 2016, l’ex comandante di stazione avrebbe attestato falsamente, nel memoriale di servizio giornaliero e negli ordini di servizio, di aver svolto attività d’istituto e servizi esterni che in realtà non avrebbe mai effettuato. Attestazioni che, sempre secondo l’accusa, gli avrebbero permesso di ottenere indebitamente indennità e competenze per un totale di 11.532 euro per cui in apertura dell’inchiesta era scattato il sequestro e per il cui il giudice Ferretti ha disposto la confisca.
Al militare, inoltre, la Procura contestava anche un’ipotesi di falsità in atto pubblico del pubblico ufficiale per induzione in errore da parte del privato, in relazione alla falsa attestazione di domicilio a Crognaleto di due persone. Informazione, quest’ultima, necessaria al rilascio del porto di fucile per uso sportivo richiesto dai due diretti interessati. E la relativa autorizzazione fu effettivamente rilasciata dalla questura ad uno dei due. Ipotesi di reato, questa di falsità ideologica, per cui il militare è stato assolto con la formula del fatto non sussiste.
Le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni. Il militare è difeso dall’avvocato Eugenio Galassi che ha annunciato ricorso in appello una volta lette le motivazioni. «Faremo sicuramente appello per la condanna», dice il legale, «c’è soddisfazione per l’assoluzione sul capo b aggravato e per il non accoglimento della richiesta del pm dell’aggravante del capo a di ormai prossima prescrizione. Attendiamo sereni le motivazioni del tribunale».
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