CHIETI. Scattano misure di sicurezza rafforzate a palazzo di giustizia: d’ora in poi, all’ingresso, saranno controllati anche avvocati e commercialisti, ai quali era stata garantita una corsia preferenziale di accesso. A deciderlo è stato il presidente del tribunale Guido Campli dopo l’episodio dell’avvocato del foro di Pescara denunciato insieme a un cliente per essere entrato negli uffici giudiziari di piazza San Giustino con un coltello nella borsa, scovato grazie al metal detector.
Anche nei mesi e negli anni scorsi erano avvenuti episodi analoghi, ma sempre con protagonisti gli imputati. Qualche esempio? Una ragazza aveva nascosto nella borsetta un tirapugni, un’altra giovane si era presentata al varco con un coltello, un imprenditore aveva con sé una pistola ad aria compressa.
Dunque, «alla luce delle recenti vicende che hanno evidenziato una situazione di pericolosità in ordine al mancato controllo di tutti gli utenti», scrive il presidente Campli nel provvedimento che porta la data di ieri, si dispone «che gli operatori della sorveglianza armata, addetti ai controlli agli accessi, effettuino le necessarie verifiche di rito a tutti gli utenti che accedono agli uffici del tribunale senza distinzione alcuna, a esclusione di personale dipendente e magistrati».
Tradotto: ogni utente dovrà passare attraverso il rilevatore di metalli, dopo aver poggiato la borsa sull’apposito nastro per il controllo con lo scanner.
L’avvocato coinvolto nella vicenda della scorsa settimana è stato denunciato dai carabinieri con l’accusa di porto ingiustificato di oggetti atti a offendere. Il legale, in compagnia di un collega, ha fatto ingresso a palazzo di giustizia senza problemi. Poco dopo, è arrivato il cliente, un sessantenne di Capua (Caserta), per partecipare a un processo nella veste di imputato. L’uomo, che aveva con sé la borsa del legale di fiducia, è stato controllato, come prevede il regolamento. Dopo che l’utente ha poggiato la valigetta sul nastro del metal detector, la guardia giurata si è accorta che qualcosa non andava: sul monitor è apparsa la sagoma del coltello a serramanico. A quel punto è stato chiamato il legale, che aveva già raggiunto l’aula. È partita la telefonata al 112 e sul posto sono arrivati i militari della sezione radiomobile della compagnia di Chieti. Il coltello è stato sequestrato, mentre l’avvocato e il cliente sono stati segnalati alla procura della Repubblica. «È tutto un equivoco», ha precisato il legale, «il coltello, peraltro spuntato, era nella borsa perché dovevo portarlo dall’arrotino».
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