TERAMO. Una soluzione provvisoria e una a lungo termine: è il doppio binario sul quale si sta muovendo l’amministrazione D’Alberto per dare alla città degli spazi culturali validi a fronte dell’indisponibilità del teatro comunale. L’edificio di corso San Giorgio è chiuso da due mesi e lo resterà per almeno tre anni per i lavori di riqualificazione pianificati col Pnrr. A oggi manca un piano “B”, manca cioè un luogo idoneo a ospitare spettacoli teatrali e musicali. Un deficit che Teramo non può permettersi.
LA SOLUZIONE PROVVISORIA
L’assessore alla cultura Antonio Filipponi rassicura sul fatto che il Comune è al lavoro per trovare soluzioni che diano garanzie a breve e lungo termine. Sul primo fronte c’è l’urgenza di dare risposte e certezze a chi, come la società Riccitelli, deve programmare già da aprile la stagione autunnale: l’ipotesi in campo è di adattare degli spazi esistenti alle necessità degli spettacoli. Sul tavolo ci sono al momento il Parco della scienza, nell’edificio alle spalle di quello che ospita il consiglio comunale, e il Palasport di Scapriano. In entrambi i casi occorrerebbero lavori di adeguamento e manutenzione (in particolare al Palaskà andrebbe sistemata la cupola per ragioni di acustica) per ospitare fino a 700 persone. Interventi che, secondo Filipponi, potrebbero essere realizzati in pochi mesi rendendo così possibili gli eventi a partire da ottobre. «Siamo in continuo dialogo con gli operatori culturali e stiamo valutando con i tecnici le soluzioni più adeguate», dice l’assessore.
LA STRUTTURA BIS
In prospettiva, cioè da qui a un anno, c’è inoltre l’idea di dotare Teramo di una struttura nuova, un prefabbricato, da destinare a spettacoli teatrali e musicali dove poter anche realizzare produzioni cinematografiche. Progetto ambizioso ma possibile per Filipponi, che ha già svolto dei sopralluoghi in alcune città italiane dove edifici di questo genere sono funzionali e attrattivi. I tecnici del Comune stanno portando avanti degli approfondimenti su alcune aree cittadine e in pole position c’è quella della Madonna delle Grazie, le vecchie officine e rimesse comunali alle spalle del tribunale: qui la prossima settimana inizieranno i sondaggi sui terreni e dei rilievi mirati per capire la fattibilità di un progetto che porterebbe con sé anche una generale riqualificazione del quartiere. Un prefabbricato di questo genere sarebbe realizzabile in 4-6 mesi e potrebbe accogliere «sicuramente eventi importanti ma anche attività collaterali: penso alla produzione teatrale, a laboratori artistici. Ci piacerebbe che fosse uno spazio aperto e utilizzabile 24 ore su 24, con costi di gestione sostenibili e che resti a disposizione della città anche quando il teatro comunale tornerà fruibile», spiega Filipponi. La sostenibilità dei costi potrebbe legarsi a un project financing, ma ad oggi non è ancora possibile quantificare il peso economico di una operazione simile.
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