TERAMO. Da un lato il dolore e la rabbia della famiglia, che in un duplice esposto presentato alla magistratura lancia accuse gravissime alle istituzioni; dall’altra l’indignazione della polizia penitenziaria, chiamata in causa da queste accuse. Nel mezzo c’è l’inchiesta avviata dalla Procura sulla tragica fine di Patrick Spinelli, il ventenne rom di Mosciano trovato impiccato nella sua cella del carcere di Castrogno all’alba di mercoledì, il giorno del suo compleanno. L’autopsia disposta dal pubblico ministero Monia Di Marco e condotta ieri dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra attesta che il decesso è avvenuto per asfissia da impiccamento. Confermata dunque l’ipotesi del suicidio, mentre è esclusa la presenza sul corpo di contusioni o ecchimosi e di qualsiasi altra lesione che possa far pensare a una violenza subita dal giovane ad opera di terzi. All’esame autoptico ha preso parte il consulente nominato dalla famiglia, Gabriele Paolini. Sono stati eseguiti anche esami tossicologici e prelevati campioni di pelle sotto le unghie del giovane: i risultati saranno riconsegnati al pm tra 60 giorni.
La Procura ha restituito la salma di Patrick alla famiglia e oggi alle 15.30 nella chiesa madre di Mosciano verranno celebrati i funerali. E proprio sulle esequie esprime preoccupazione il Sappe, il principale sindacato della polizia penitenziaria, in una nota nella quale il segretario nazionale Donato Capece ribadisce la professionalità e l’abnegazione degli agenti di Castrogno, respingendo «voci incontrollate» e «giudizi affrettati». Il segretario provinciale Giuseppe Pallini scrive: «Ci conforta molto apprendere che dall’esito degli accertamenti disposti della magistratura sul corpo del povero ragazzo suicida nel carcere di Teramo è stato accertato che il decesso è avvenuto per asfissia. Questo mette a tacere voci insinuanti e illazioni davvero gravi e irricevibili che abbiamo sentito purtroppo girare (il riferimento è ai familiari che hanno diffuso la voce che Patrick sarebbe stato picchiato in carcere, ndr). La morte del povero giovane ci ha molto colpito ed esprimiamo ai familiari il più profondo cordoglio. Chiediamo però, in vista dei funerali ai quali parteciperanno anche parenti attualmente in detenzione (tra questi c’è la madre di Patrick, ndr), un adeguato cordone di sicurezza, con la partecipazione quindi anche delle altre forze di polizia, a fronte del clima di tensione che si è determinato con la morte del giovane».
La tragica vicenda di Patrick sarà trattata anche nella manifestazione organizzata per oggi in piazza Orsini a Teramo da Azione antifascista e dal comitato cittadino nato a sostegno della causa palestinese.
©RIPRODUZIONE RISERVATA