PESCARA. Tutti assolti e con la formula più ampia possibile – «perché il fatto non sussiste» – i vertici di Strada dei Parchi (del gruppo industriale abruzzese Toto) coinvolti nel processo sulla mancata manutenzione dei viadotti che incidono sul territorio pescarese. Dopo le assoluzioni, riguardo a identici procedimenti, sentenziate dai tribunali dell’Aquila e Teramo, ora arriva anche la decisione del gup di Pescara, Francesco Marino, che ieri mattina, con il rito abbreviato, ha assolto l’allora amministratore delegato Cesare Ramadori, il direttore generale di esercizio Igino Lai, e i dirigenti Lelio Scopa, Mario Bellesia, Gabriele Nati, Marco Rocchi e Marco Pellicciardi. Nell’udienza precedente la pubblica accusa, rappresentata dal pm titolare dell’inchiesta, Luca Sciarretta, aveva chiesto la condanna per tutti a un anno e sei mesi e 5mila euro di multa ciascuno, ma anche l’assoluzione dal reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.
Piena soddisfazione, per questa sentenza, è stata espressa da Strada dei Parchi che in una nota ha sottolineato che si tratta della terza consecutiva assoluzione dalle accuse di «attentato alla sicurezza dei trasporti» e «inadempimento nei contratti di pubbliche forniture»: «Un ulteriore passaggio», recita la nota del gruppo, «che sgombra definitivamente il campo da qualsiasi dubbio sulla gestione delle autostrade A24 e A25 da parte di Strada dei Parchi».
Una nuova assoluzione che arriva subito dopo il reintegro della società (avvenuto lo scorso mese di gennaio) nella gestione delle due autostrade che collegano Roma ai capoluoghi abruzzesi, «un provvedimento ratificato dal Parlamento senza alcuna opposizione».
Il filone pescarese del procedimento riguardava i quattro viadotti nel tratto Torano-Pescara, denominati Popoli, Bussi, Gole di Popoli e Svincolo di Bussi; i fatti contestati si riferiscono al 2018 quando un’ordinanza impose la limitazione del traffico sullo svincolo di Popoli. A dare una grossa mano agli imputati è stata sicuramente la perizia tecnica del professor Bernardino Chiaia, del Politecnico di Torino, consulente del pubblico ministero che sul punto contestato è stato categorico: «Non c’è mai stato alcun pericolo di crollo per i quattro viadotti oggetto dell’indagine, e la decisione di limitare il transito è stata la conseguenza di un provvedimento precauzionale da parte del ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova». E Strada dei Parchi spiega ancora che questa ennesima assoluzione «oltre a costituire l’ennesima conferma del corretto operato della concessionaria, che ha eseguito manutenzioni ordinarie per importi persino superiori a quelli previsti da contratto, e ulteriore garanzia della sicurezza delle due autostrade per i nostri clienti, la sentenza è la dimostrazione definitiva di quanto iniqua e infondata sia stata la decisione assunta dal precedente esecutivo nel luglio 2022. Un decreto-legge che aveva disposto la revoca in danno della concessione sulla base di una norma mai applicata in altre circostanze, pur di fronte ad effettivi accadimenti con gravi conseguenze, che si fondava esclusivamente sulla contestazione alla concessionaria di non aver eseguito la dovuta manutenzione ordinaria dei viadotti autostradali, in termini corrispondenti alle ipotesi di reato oggetto dei procedimenti giudiziari avviati dalle procure presso i tre tribunali».
Il nutrito e qualificato collegio difensivo, nella precedente udienza davanti al gup Marino, aveva prodotto diversi documenti a sostegno dell’assenza di qualsiasi responsabilità in capo agli imputati, oltre alle due sentenze emesse dall’Aquila e Teramo per fatti identici e contestati agli stessi imputati, logicamente per quanto riguardava i viadotti dei rispettivi tratti di autostrada di competenza.