L’AQUILA. La decisione finale sui tagli alle scuole abruzzesi è rimandata di 30 giorni. Ma il rinvio non scongiura il ridimensionamento di 11 istituzioni nel 2024.
«La modifica dei parametri del dimensionamento scolastico è una riforma sbagliata, che rischia di penalizzare ulteriormente le aree interne e i territori soggetti a un drastico spopolamento, come quelli abruzzesi». A sostenerlo è il segretario generale Flc Abruzzo Molise, Pino La Fratta dopo la seduta del tavolo regionale, convocato dall’assessore Pietro Quaresimale, sul dimensionamento scolastico. «Un’ennesima tappa interlocutoria di un provvedimento che la Regione sta portando avanti con evidenti difficoltà», l’ha definita La Fratta sottolineando «la contrarietà quasi unanime degli enti locali al piano di dimensionamento scolastico espressa nella riunione. Ricordiamo che, nel precedente tavolo tecnico, la Regione aveva fatto proprio il piano dell’Ufficio scolastico regionale dell’Abruzzo che prevede 11 istituzioni scolastiche in meno per l’anno 2024- 2025, di cui 4 in provincia di Chieti, 3 in provincia dell’Aquila, 2 a Pescara e 2 a Teramo. Al momento, solo la provincia dell’Aquila ha accolto in toto tale proposta, pur con la contrarietà di tutte le organizzazioni sindacali e di diverse componenti del territorio». La Cgil ricorda come «anche l’assessore Quaresimale abbia più volte dichiarato la sua contrarietà ai tagli. Nonostante ciò», dice, «al momento il piano va avanti. L’unica novità di rilievo emersa nell’ultima riunione è stata quella di una possibile proroga dei termini di soli 30 giorni. In pratica, scaricando ancora la volta la patata bollente alle Province, la Regione la concederà solo se queste ne faranno richiesta, e solo al fine di ottenere una maggiore condivisione territoriale al piano in oggetto». Il problema sono i tagli. «Non condividiamo l’idea che la riorganizzazione del sistema scolastico possa partire da un taglio, in particolar modo se fatto per attuare il Pnrr. Mentre aumenta la complessità dei compiti attribuiti alle scuole, si decide di accorpare gli istituti scolastici, aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza diminuire il numero degli alunni per classe», incalza La Fratta, «siamo contrari ad ogni visione meramente burocratica della scuola, tipica di chi vuol fare passare un taglio addirittura come un vantaggio per il territorio, perché eliminerebbe il fenomeno delle reggenze dei dirigenti scolastici. Alla scuola non servono riorganizzazioni meramente numeriche, ma risorse ulteriori, che in questo caso consentirebbero il mantenimento di tutte le 190 istituzioni scolastiche abruzzesi, ciascuna con un dirigente scolastico e un dirigente scolastico generale di area». La Cgil annuncia ulteriori iniziative: «Dopo aver impugnato il decreto ministeriale 127 e aver gridato il nostro “no” alle riforma nelle piazze, durante lo sciopero generale del 17 novembre scorso» spiega La Fratta, «continueremo con ulteriori azioni di mobilitazione». Già ad ottobre scorso il segretario generale della Cisl Scuola Abruzzo e Molise, Davide Desiati, aveva lanciato l’allarme sul dimensionamento scolastico avanzando la richiesta di un tavolo regionale di confronto «per un’ulteriore riflessione sulle linee guida regionali».
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