L’AQUILA . «Qui occorre risolvere i problemi di chi lavora. Di chi alleva, raccoglie, pesca e dei consumatori. Voglio che i miei figli mangino buona carne e bevano buon latte. Qua occorre fermare le follie dell’Europa».
È in piazza d’Armi che il vice premier, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha voluto fare tappa prima di raggiungere Villa Giulia, dove era atteso per le 17,30 per presentare i candidati alle elezioni regionali del 10 marzo. Quasi mezz’ora di colloquio con gli agricoltori, che da giorni manifestano con trattori e bandiere al vento, contro le politiche dell’Europa e la gravi criticità in cui versa il comparto.
«Dobbiamo dire grazie ai trattori se l’Europa ha fatto dietrofront e ora gli agricoltori possono coltivare i loro campi, se le stalle non sono più equiparabili alle grandi industrie», ha detto Salvini, «non è possibile non pagare il loro lavoro. Bisogna mettere dazi e controlli sulle merci che arrivano dai Paesi extraeuropei perché ne va anche della nostra salute. C’è da cambiare un’Europa che fa alcune scelte assurde».
SALVIAMOLI. È con loro, gli agricoltori che in piazza protestano per tutelare le produzioni italiane, che il ministro Salvini ha aperto e chiuso il pomeriggio aquilano (incontrandoli di nuovo, prima di ripartire per Roma). Accompagnato dal sottosegretario di Stato, Luigi D’Eramo, e dal vice presidente della giunta regionale con delega all’agricoltura, Emanuele Imprudente, Salvini è stato accolto dalla folla al grido di «Grande, grande».
«Conto che l’applauso di questa sala arrivi a 500 metri da qua agli allevatori che stanno lottando per farci mangiare e bere i prodotti della nostra terra e non le schifezze che arrivano da fuori», ha dichiarato Salvini, «la farina di insetti la mangiassero loro. Pensate che siamo arrivati al punto di avere i trattori all’Aquila, a Roma, a Sanremo per rivendicare il diritto alla salute. Fino a qualche settimane l’Europa voleva pagare gli agricoltori a patto che non coltivassero i loro campi perché ci sono multinazionali che vogliono investire in carne e in verdura finta. Gli italiani, comunque, stanno capendo le ragioni di questa mobilitazione. Certo è che bisogna fare di più, controllando quello che arriva dai mercati extraeuropei, perché c’è concorrenza sleale, da parte di Paesi che hanno molti meno controlli e regole in agricoltura e per l’allevamento».
LA SQUADRA. Selfie e abbracci, in un clima di grande familiarità. «Basta che non mi fate ballare come John Travolta, anche perché a me non danno un milione di euro», ha ironizzato il ministro Salvini che ha accolto sul palco e salutato, uno ad uno, i 29 candidati della Lega, «le donne e gli uomini che affronteranno questa strategica campagna elettorale».
Presenti in sala i deputato Alberto Bagnai, e l’onorevole Antonio Zennaro. «Sono orgoglioso, lo dico da segretario abruzzese della Lega, per il grande lavoro fatto in questi 5 anni», le parole di D’Eramo, che ha presentato i candidati abruzzesi , «avevamo ereditato una regionale alle ultime posizioni in classifica, abbiamo restituito forza, dignità e visibilità all’Abruzzo in settori chiave guidati da uomini della Lega: sanità, agricoltura e politiche sociali». Questi i candidati suddivisi per provincia.
TERAMO: Pietro Quaresimale, assessore regionale uscente, Simona Cardinali, Federica Cialini, Riccardo D’Ercole, Pamela Natoni, Francesca Persia, Mirco Vannucci.
PESCARA: Vincenzo D’Incecco, Marcello Antonelli, Rita D’Andrea, Daniela Sulpizio, Maria Stefania Peduzzi, Corinna Sandias, Berardino Fiorilli.
CHIETI: Sabrina Bocchino, Fabrizio Montepara, Nicola Argirò, Amedeo Donato Di Campli, Mario Colantonio, Romina Di Cretico, Carmela Carafone, Rocco Paolini.
L’AQUILA: Emanuele Imprudente, vice presidente della Regione, Antonio Del Boccio, Carla Mannetti, Maria Matteucci, Eliana Morgante, Paolo Salutari, Patrizio Schiazza.
REGALO DI COMPLEANNO. «Si vota tra un mese. Fatemi un regalo di compleanno, il mio è il 9 marzo», ha aggiunto Salvini, «lo dico a beneficio dei giornalisti: l’obiettivo della Lega è stravincere le elezioni in Abruzzo, con la Lega determinante per il futuro dell’Abruzzo. Dove c’è la Lega c’è una garanzia: ogni tanto sbagliamo anche noi, ma c’è solo una categoria che non sbaglia mai: chi non fa nulla. L’errore drammatico è non fare, non scegliere per paura di sbagliare. Mi sono preso le responsabilità di fare le mie scelte. Per me ogni promessa è debito: stiamo investendo in Abruzzo quello che nei decenni passati non è stato investito». Poi, un passaggio sulla riforma della giustizia: «Tutti, qua dentro, se sbagliano, con dolo, pagano. C’è solo una categoria che se sbaglia non paga e sono i giudici: quando decidi della libertà e della vita di una persona deve essere al di sopra di ogni sospetto».
LA LEGA CRESCE. «Parlare di Lega all’Aquila o a Teramo, fino a qualche anno fa, poteva sembrare strano, ma siamo cresciuti», ha concluso il ministro Salvini, «c’è tanta gente che si è avvicinata, qualcuno che ci ha lasciati. C’è chi preferisce le scorciatoie alle vie di montagna, io preferisco le vie di montagna. Magari ci metti più tempo, ma il tempo è galantuomo e arrivi. La forza non è non cadere mai ma è quando cadi e sai rialzarti».
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