SULMONA. Dalla distruzione del ristorante causata dal sisma del 2009, a un debito di 700.000 euro stralciato dal tribunale di Sulmona. La tragedia umana ed economica era iniziata, per una coppia di ristoratori, da quella notte del 6 aprile 2009 quando il terremoto che devastò L’Aquila causò 309 vittime e oltre 70mila sfollati. Tra le attività colpite anche quella di una coppia di coniugi sulmonesi, lui 45enne e lei 49enne, che da tempo lavoravano nel settore della ristorazione e che con quel lavoro provvedevano al mantenimento della loro famiglia. Da quel giorno gli incassi erano calati in maniera vertiginosa, al punto tale che la coppia non riusciva più a coprire le spese. Le cose non andavano bene né per il ristorante, che si trovava sul territorio di Sulmona ed era gestito principalmente dal 45enne né per la moglie che, nel frattempo, lavorava come agente nel settore della telefonia.
Entrate insufficienti per entrambi tanto che l’agenzia pagava in ritardo i contributi e non riusciva ad affrontare i vari costi mentre l’attività di ristorazione, a causa della crisi e dei debiti, aveva finito per chiudere i battenti nel 2011. Per la coppia provvedere alle necessità familiari e al benessere del loro figlio era diventato sempre più difficile tra cartelle esattoriali, prestiti e interessi.
Entrambi avevano quindi deciso di rivolgersi a Legge3.it, l’organizzazione fondata da Gianmario Bertollo, che da anni aiuta privati cittadini e imprenditori in difficoltà.
Il giudice del tribunale civile di Sulmona, dopo aver esaminato le carte e accertato che, da parte dei due sulmonesi, non vi fosse alcuna intenzione di ingannare i creditori, ha dato il via libera allo stralcio del debito da 700 mila euro.
È stato inoltre stabilito un piano di rientro che prevede il versamento, da parte della coppia, di 300 euro mensili per un periodo di quattro anni, fino a sanare i rapporti con lo Stato. I due, come prevede la legge in determinate situazioni, hanno messo a disposizione una parte dello stipendio, per il periodo di tempo concordato con il tribunale. «Questa coppia ha vissuto un dramma quella notte, che di certo avrà lasciato nelle loro anime un segno indelebile, ma ha avuto effetti devastanti anche dal punto di vista economico. Queste persone avrebbero dovuto ricevere un aiuto maggiore sin da subito, ma siamo davvero felici che con questa sentenza il loro incubo sia finito», afferma Bertollo.
Oggi l’ex ristoratore ha un lavoro stagionale come chef, per sette mesi l’anno, mentre la donna è assunta a tempo indeterminato come dipendente di un’attività privata, percependo però uno stipendio piuttosto esiguo.
«È una sentenza che ci fa tirare un grande respiro di sollievo e ci permette di archiviare definitivamente il nostro passato», ha commentato la coppia, subito dopo aver appreso la notizia.
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