PIZZOFERRATO. L’ufficio postale è chiuso da tre mesi e il sindaco Palmerino Fagnilli inizia lo sciopero della fame. Una protesta clamorosa che nasce da una vicenda che ha inizio il 12 dicembre dello scorso anno quando, in pieno inverno, nel paese a 1,251 metri sul livello del mare, viene annunciata la chiusura dell’ufficio postale per i lavori di adeguamento nell’ambito del “Progetto Polis”, con il quale Poste sta rendendo più efficienti i propri servizi. In alternativa veniva indicato il paese vicino, Gamberale, tra l’altro altimetricamente più elevato.
Il cronoprogramma dei lavori era stato stimato in trenta giorni, motivo per il quale non veniva installato il container dell’ufficio mobile, ritenuto necessario da Poste italiane solo per interventi superiori ai trenta giorni. Ma, trascorsi i primi trenta giorni, il giorno antecedente la scadenza è stato comunicato un ulteriore ritardo. Altri trenta giorni quindi e crescono i disagi. A metà febbraio poi è stato comunicato un nuovo ritardo, di altri trenta giorni. Riapertura quindi prevista per il 14 marzo come riportato nella “Comunicazione al pubblico”. E il paese rimaneva in paziente attesa.
«Oggi, 15 marzo» affermava ieri il sindaco Fagnilli, «l’ufficio postale è ancora chiuso e non vi è stata nessuna tempestiva comunicazione, non si sono rispettate le date comunicate per ben tre volte, non è stata individuata nessuna nuova data di riapertura. Persa la fede pubblica e persa ogni certezza», continua il primo cittadino di Pizzoferrato, «chiedo l’immediata riapertura dell’ufficio postale; le scuse a tutti i cittadini che sono stati presi in giro circa i tempi e i modi; la rimozione dei responsabili di tanto inutile disagio per la comunità».
Ma non basta, perché Fagnilli annuncia anche un suo sciopero della fame e preannuncia «il ricorso a sit-in e manifestazioni davanti alle sedi di Poste italiane, nonché ad esposti volti ad accertare la violazione dell’articolo 340 del codice penale per interruzione di pubblico servizio. Il ricorso alla esemplare forma di protesta», conclude il sindaco di Pizzoferrato, «è volta a denunciare e reagire contro la marginalità, sempre più crescente delle Comunità montane».
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