VASTO. Anche lo scalo ferroviario Vasto-San Salvo, è stato coinvolto in questi giorni nell’operazione di prevenzione della polizia ferroviaria denominata “Alto impatto”. I controlli a tappeto hanno interessato le stazioni delle tre regioni di competenza del Compartimento di polizia ferroviaria per le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. A Vasto-San Salvo, cinque operatori della polizia ferroviaria (Polfer) hanno operato in collaborazione con il personale di F.S. Security e con Buk, un pastore tedesco in forza alle unità cinofile della questura di Pescara. Gli accertamenti sono stati fatti nello scalo e ai viaggiatori in transito. Trentatré le persone controllate in un giorno e fra loro tre stranieri.
«La stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo», spiega in una nota la polizia ferroviaria, «rappresenta una delle mete ambite non solo in alcuni periodi dell’anno per il turismo balneare, ma anche per la presenza della pista ciclopedonale della Costa dei trabocchi che unisce, nel tratto vastese, Vasto Marina zona ex-stazione, con Ortona».
La stazione ferroviaria vastese è anche ad una manciata di chilometri dal Molise e, a seguire, dalla Puglia. Un segmento particolarmente delicato e da tenere sotto controllo così come accade per le altre vie di comunicazione. I controlli nello scalo ferroviario istoniense quindi vengono svolti periodicamente. Due giorni fa sono stati fatti controlli straordinari. «L’obiettivo dei servizi», ha proseguito la Polfer nella nota, «è anche quello di incrementare la percezione della sicurezza in ambito ferroviario e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni grazie alla maggiore visibilità sul territorio delle forze dell’ordine. In questi giorni, gli agenti muniti anche di smartphone e metal detector hanno raddoppiato le verifiche con lo scopo di prevenire la diffusione di illeciti in ambito ferroviario. Fra gli obiettivi, il contrasto della presenza illegale sul territorio di cittadini extracomunitari e di minorenni non accompagnati, nonché la prevenzione degli imbrattamenti con graffiti perpetrati in danno dei convogli lasciati in sosta negli scali».
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