PESCARA. Pronto soccorso «al collasso», personale sanitario «non sufficiente a evadere le numerose richieste che arrivano ogni giorno» a fronte di una domanda di 90mila accessi all’anno e liste di attesa «anche di un anno per esami diagnostici salvavita». La denuncia arriva dal candidato sindaco civico Domenico Pettinari, che ieri mattina si è riunito con i suoi sostenitori e candidati davanti al Cup dell’ospedale civile per snocciolare una serie di proposte sulla sanità pescarese «che diventeranno operative in caso di vittoria alle elezioni», annuncia.
«Mancano all’appello almeno 4-5 medici, la nostra idea è di sopperire alla mancanza di medici di emergenza-urgenza attraverso incentivi economici che incoraggino la partecipazione ai concorsi per entrare a operare all’interno del Pronto soccorso, aumentando così il numero del personale a regime», rileva Pettinari. La carenza di personale sanitario nel Pronto soccorso è definita «un bollettino da guerra» tra i pazienti «parcheggiati anche per giorni sulle barelle lungo i corridoi, in attesa che si liberi un posto letto nei reparti sovraffollati» e i reparti stessi «costretti a rifiutare le richieste di ricovero in arrivo dal Pronto soccorso». «A gravare sulla difficile situazione, inoltre, il mancato funzionamento della medicina territoriale», prosegue il candidato sindaco civico, «guardie mediche e distretti sanitari di base, a differenza di quanto avviene nelle altre regioni, non riescono a fungere da filtro». E poi c’è il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera «che ha ridimensionato e declassato i presidi ospedalieri di Penne e Popoli, riversando gran parte dell’utenza sul nosocomio di Pescara», specifica Pettinari, continuando a insistere sull’importanza di trasformare l’ospedale civile in Dea di secondo livello.
La questione delle liste di attesa è definita «drammatica» anche da Rossella Di Meco, ex funzionaria della Regione Abruzzo e candidata nelle liste di Pettinari, sottolineando le difficoltà incontrate nella prenotazione di visite ed esami da malati psichiatrici, pazienti oncologici o affetti da malattie rare e nei reparti di Neuropsichiatria infantile e Pediatria. «In Abruzzo ci sono 7.300 ragazzi con diagnosi neuropsichiatriche, di cui 1.900 a Pescara che necessitano di esami specifici e i cui tempi di erogazione arrivano quasi a un anno», sottolinea Di Meco, «i 5 milioni di euro in arrivo dal ministero devono essere impiegati non per pagare gli straordinari dei medici già in servizio, ma assumendo altro personale, acquistando macchinari e adeguando gli spazi.
Numerose le altre criticità messe in luce da Pettinari: dalla mancanza di residenze sanitarie per gli anziani alla necessità di nuove sale di accoglienza del reparto di Oncoematologia «dove le centinaia di pazienti sottoposti a chemioterapia sono costretti ad attendere il loro turno ammucchiati e anche senza possibilità di sedersi». Infine un accenno anche al problema annoso del macchinario per la risonanza magnetica in affitto e parcheggiato nel piazzale esterno dell’ospedale «mentre è necessario avere almeno due risonanze interne pienamente funzionanti», conclude. (y.g.)