PESCARA. «Tanta gente è rimasta a casa, ad ascoltarci dietro alle finestre chiuse. E io lo capisco: qui c’è ancora tanta paura. Perché, da troppo tempo, i cittadini devono sopportare e subire i soprusi, le angherie e le prepotenze dei signorotti del quartiere». Il candidato civico Domenico Pettinari parla in via Lago di Capestrano, nel cuore di Rancitelli e annuncia: «Se vinceremo noi, ci riapproprieremo anche della periferia. Con noi in Comune, sarà dichiarata guerra ai criminali».
Alle 17.30 di ieri, dopo l’apertura affidata a Ernesto Grippo, Pettinari inizia il secondo comizio «sotto le case degli spacciatori»: il primo l’aveva fatto sabato scorso in via Lago di Borgiano. Tra gli automobilisti di passaggio, qualcuno rallenta e guarda, qualcun altro si ferma e fa i video con i cellulari. Pettinari manda un messaggio agli altri candidati sindaco in corsa per le elezioni dell’8 e 9 giugno: «In questi giorni sono andati in periferia dopo decenni di abbandono e hanno scoperto l’acqua calda», dice, «io da vent’anni rischio la vita e continuerò a farlo. Loro dovrebbero vergognarsi e mettersi una maschera: vanno a farsi le foto in periferia, ma non hanno il coraggio di fare i comizi come me. Il centrodestra e il centrosinistra hanno fallito: sono due facce della stessa medaglia. Soltanto noi siamo l’alternativa», dice indicando i loghi delle sue liste civiche, Pettinari Sindaco e Cittadini per Pescara.
L’ex consigliere regionale attacca: «Sfratteremo dalle case popolari tutti quelli che non ne hanno diritto per dare gli alloggi ai cittadini onesti. Ci sono cento abitazioni vuote e mai assegnate perché nessuno ha fatto i lavori a fronte di 450 famiglie in attesa. Nell’immediato, dobbiamo applicare la legge regionale 96 del 1996 che prevede di sfrattare tutti coloro che occupano abusivamente e senza alcun titolo gli alloggi popolari, assegnandoli, invece, a tutti coloro che ne hanno davvero bisogno, come anziani e disabili».
Nel centro di Rancitelli, a pochi passi dal luogo in cui il 1° gennaio scorso uno spacciatore è stato accoltellato e si è salvato soltanto perché quella lama è stata deviata da una costola, Pettinari annuncia il suo piano di controlli a tappeto: «Pattugliamenti misti, a piedi, con le forze dell’ordine e anche con l’Esercito e l’ausilio della polizia locale, garantendo la sicurezza della zona 24 ore su 24».
Ad ascoltare il comizio, a sorpresa, c’è anche don Massimiliano De Luca, il prete coraggio che in una lettera aperta pubblicata tre giorni fa sul Centro aveva lanciato un appello ai politici per salvare la periferia con più servizi e meno case popolari. «Grazie don Max per quello che fai», dice Pettinari, «sei un faro in mezzo a tanto buio. Saremo sempre al tuo fianco». E il candidato civico parla di servizi da portare in periferia: «Sì anche al palazzo della Regione Abruzzo. E poi uffici distaccati del Comune e presidi della legalità. È nostro compito», spiega Pettinari, «dislocare innanzitutto alcuni uffici comunali in queste periferie, agevolando così ai residenti la possibilità di poterne usufruire, in più, dobbiamo inserire i servizi sociali spinti con logica predittiva che consentono di individuare tutte le situazioni di disagio, in modo da poterle prendere in carico e risolvere. Non dimentichiamo che la città di Pescara registra un tasso di povertà pari al 29,7% a fronte del dato nazionale che si attesta al 20% e questo è un importante punto di partenza che rende l’idea della dimensione del problema. Tenderemo una mano amica a chi vuole farsi aiutare, ma quella stessa mano sarà nemica dei criminali».
La ricetta di Pettinari per rilanciare la periferia prevede anche incentivi per il commercio: «Faremo un’incisiva opera di detassazione», promette, «che dia vita a una vera e propria zona franca, dove potranno vedere la luce nuove attività produttive».