LANCIANO. Una volta l’ha bloccata vicino alla cassa del negozio e le ha toccato il sedere; un’altra nel magazzino ha cercato di baciarla: alla fine lei ha dovuto lasciare il posto da commessa ma ha denunciato il datore di lavoro reo di averla violentata. L’uomo, un commerciante di Lanciano di cui omettiamo il nome per tutelare i figli minori, è finito a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata di fronte al giudice per le udienze preliminari Giovanni Nappi: ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, pena sospesa.
È l’ennesima violenza sessuale ad approdare, proprio pochi giorni prima della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, in tribunale. E la violenza in questo caso è quella perpetrata a una donna sul posto di lavoro. Un lavoro cercato, ottenuto, che però per la giovane commessa è diventato un incubo. Secondo l’accusa – in aula il pm Giancarlo Ciani– il commerciante, rappresentato dall’avvocato Giacinto Ceroli, si sarebbe avvicinato alla commessa e mentre questa era in piedi dietro il bancone le avrebbe palpeggiato con gesto repentino i glutei e aggiunto anche un commento volgare. Lei, seppur scioccata, ha continuato ad andare a lavoro, ma, 3 mesi dopo, l’8 ottobre 2022 c’è stato il secondo episodio di violenza: mentre la 19enne era nel magazzino l’uomo le avrebbe afferrato le braccia, spinta con forza contro uno scaffale, le ha palpeggiato il seno e tentato di baciarla. Lei si è divincolata ed è fuggita via. Per questo episodio, oltre alle accuse di violenza con l’aggravante di aver commesso il reato con abuso di prestazione d’opera, il commerciante ha risposto anche di lesioni, consistite in “stato di agitazione secondario a riferito subito tentativo di violenza sessuale”, guaribili in 5 giorni. Il commerciante, che ha cercato di scusarsi, ha patteggiato due anni, pena sospesa e risarcito la donna di 20mila euro.
È l’ennesimo processo per violenza sessuale definito dinanzi al gup. E sono sempre oltre 100 i fascicoli per violenza, stalking, molestie contro le donne aperti ogni anno dalla procura frentana. Da qui l’importanza della prevenzione da fare anche nelle scuole come sottolinea la consigliera comunale Dora Bendotti: «È necessario investire in prevenzione, in cultura, educare nelle scuole i ragazzi al rispetto della sessualità, dell’affettività, dell’individuo e in particolare delle donne. Cosa si sta facendo per informare i ragazzi, metterli in guardia, per far riconoscere loro i comportamenti devianti, i legami affettivi che si trasformano in relazioni tossiche? E penso poi alle celebrazioni per il 25 novembre: per il secondo anno consecutivo l’amministrazione Paolini non ha programmato nulla; una mancanza di sensibilità che alla luce degli atroci e recenti fatti di cronaca, appare oggi ancora più stridente e allarmante». (t.d.r.)
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