SAN VITO CHIETINO. Le spiagge date in concessione in seguito al bando comunale del 2020 e sulle quali le attività sono state avviate la scorsa estate sono spiagge libere attrezzate: lo ribadisce una sentenza del Tar Pescara che ha rigettato il ricorso di uno dei tre concessionari del versante Cintioni che aveva chiesto “l’annullamento dell’efficacia dell’ordinanza del giugno 2023 del Comune di San Vito Chietino, di ingiunzione alla rimozione di 20 ombrelloni e relativi basamenti stabilmente infissi al suolo”. Un ricorso fatto perché riteneva che la spiaggia messa al bando e che si era aggiudicato, era differente dalle spiagge libere attrezzate, “che si trattava di area D, per concessione demaniale e non di area A, per spiaggia libera attrezzata e che vi poteva lasciare le attrezzature per tutta la stagione balneare”. Il Tar, con la sentenza da poco pubblicata, ha respinto il ricorso e condannato il ricorrente al pagamento in favore dell’amministrazione delle spese di giudizio, mille euro oltre accessori di legge.
«La sentenza del Tar fuga ogni dubbio sull’imparzialità dell’indirizzo politico-amministrativo e sull’uniformità delle aree demaniali messe a bando, con particolare riguardo per l’applicazione, senz’alcuna distinzione, delle regole sulla spiaggia libera attrezzata», commenta il sindaco Emiliano Bozzelli. «Una sentenza che segue quella del marzo scorso del Consiglio di Stato – presentata da uno dei partecipanti al bando – che ha chiarito che la selezione dei progetti presentati sugli avvisi relativi al Piano demaniale marittimo comunale è avvenuta nel rispetto delle regole sostanziali e procedurali e che la Commissione di gara ha operato correttamente e legittimamente nell’assegnare le concessioni. Due sentenze in materia di concessioni legate al Piano demaniale marittimo che evidenziano il corretto operato di questa amministrazione. Queste sentenze infatti hanno anche un dato politico-amministrativo», chiude Bozzelli, «ovvero che la macchina del fango, le insinuazioni, le velate accuse mosse verso di noi avevano l’obiettivo di screditare una delle nostre scelte più importanti, del nostro “modello” di sviluppo turistico basato sulla piccola ricettività diffusa e su progetti “sostenibili”, anche a servizio della neonata “via Verde”, come sono anche le spiagge libere attrezzate, cioè libere da istallazioni fisse di ombreggio che va posizionato solo su richiesta del bagnante e deve essere rimosso al termine di ogni utilizzo. Giustizia è stata fatta». (t.d.r.)
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