L’AQUILA. Primi pagamenti, da ieri, dell’Assegno di inclusione, il nuovo sostegno previsto dal governo per i nuclei in difficoltà. Circa 9mila le famiglie abruzzesi, per 18mila persone fisiche, che hanno presentato domanda all’Inps: a conti fatti, la metà dei percettori del reddito di cittadinanza fino a luglio 2023. Di questi, però, 4mila non riceveranno il sussidio, in quanto l’istanza è stata respinta per un cambio di regole avvenuto in corsa. L’assegno di inclusione spetta alle famiglie che abbiano almeno un componente minorenne, con più di 60 anni o con disabilità o seguito dai servizi socio-sanitari perché in condizione di grave svantaggio.
SITUAZIONE IN ABRUZZO
Duemila le famiglie che, pur avendo inoltrato domanda, non si sono viste riconoscere il sussidio: sono stati esclusi tutti i nuclei familiari che, al loro interno, hanno solo componenti dai 19 ai 59 anni, i cosiddetti occupabili, che eventualmente possono richiedere il Supporto formazione lavoro di 350 euro mensili. Inoltre, è cambiato il meccanismo di calcolo dell’Isee, che ha prodotto l’esclusione automatica di una serie di richieste: coloro i quali, a prescindere dall’età, non sono sposati, ma hanno in vita ancora i genitori in un diverso nucleo familiare devono calcolare il proprio Isee tenendo conto anche del nucleo familiare dei genitori. Condizione che, nella maggior parte dei casi, esclude dal diritto alla percezione dell’Adi, non rispettando i requisiti reddituali necessari.
PAGAMENTI E REQUISITI
Su scala nazionale l’Assegno di inclusione interessa circa 500mila famiglie, che percepiranno un importo medio mensile di 635 euro. I pagamenti sono scattati ieri per tutte le domande presentate entro il 7 gennaio 2024, con un Patto di attivazione digitale sottoscritto entro la stessa data e con esito positivo dell’istruttoria. Per le domande presentate dopo il 7 gennaio e, comunque, entro il 31 gennaio scorso, sempre con Patto di attivazione siglato entro il 31 gennaio 2024 ed esito positivo dell’istruttoria, il pagamento della mensilità di competenza di gennaio verrà disposto dal 15 febbraio. Dal 27 febbraio verrà pagato l’importo di febbraio 2024, col riconoscimento anche della mensilità di gennaio. L’Assegno di inclusione è riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità, minorenne, con almeno 60 anni di età, in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
CALCOLO ISEE
È previsto che il nucleo familiare del richiedente debba essere in possesso, congiuntamente, di un Isee in corso di validità di valore non superiore a 9.360 euro oppure di un valore del reddito familiare inferiore a una soglia di 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza Adi con cui vengono calcolati gli importi. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari, tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è fissata in 7.560 euro annui, sempre moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza Adi. Per percepire l’assegno il patrimonio immobiliare deve avere ai fini Imu un valore non superiore a 30.000 euro. Tale importo andrà calcolato decurtando dal patrimonio immobiliare complessivo il valore, ai fini Imu, della casa dove si abita. L’importo massimo detraibile per la casa di abitazione è pari a 150mila euro. Il valore del patrimonio mobiliare non deve, invece, essere superiore a 6mila euro, accresciuto di 2mila euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10mila euro, incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo.
IMPORTI EROGATI
Secondo le stime dell’Inps, l’Assegno di inclusione porterà nelle tasche dei beneficiari 635 euro in media, a cui si sommerà l’Assegno unico e universale per le famiglie con figli fino a 21 anni. Gli Isee che non superano il limite dei 17.139 euro, da quest’anno, riscuoteranno circa 200 euro per ogni figlio minorenne. In questo modo un nucleo con un under 18 potrà beneficiare, sommando Assegno di inclusione e assegno unico, quasi 850 euro in media. Da marzo, con l’assegno per i figli, le cifre corrisposte cambieranno. Per prima cosa bisogna considerare l’effetto rivalutazione. Da quest’anno gli Isee più ricchi prenderanno 57 euro per figlio al posto di 54 euro, mentre quelli più poveri riceveranno 200 euro anziché 189 euro circa. Con la rivalutazione cambiano anche le soglie Isee, in base alle quali vengono modulati gli importi da assegnare agli aventi diritto. Nel 2023 la quota minima, pari come detto a 54 euro, è andata solo agli Isee sopra 43.240 euro. Dal 2024 l’asticella sale a 45.704 euro circa: per la quota massima era richiesto, fino a dicembre scorso, un indicatore della situazione economica equivalente non oltre la soglia dei 16.215 euro. Da adesso, invece riscuoteranno 200 euro, anziché 189 come lo scorso anno, gli Isee che non superano il limite dei 17.139 euro.
CARTINA GEOGRAFICA
I dati nazionali dicono che sono state oltre 563mila le domande per l’Assegno di inclusione: di queste 88% arriva da ex percettori del Reddito di cittadinanza. Quasi la metà dei nuclei proviene da due regioni: Campania (26,7%) e Sicilia (21,8%). Il 9,6% delle domande proviene dalla Puglia, l’8,1% dal Lazio, il 7,7% dalla Calabria e il 6,2% dalla Lombardia. Per quanto riguarda l’altra misura partita il 1° settembre scorso, il Supporto per la formazione e il lavoro, sono state presentate quasi 165mila domande totali in Italia, di cui accolte 68.415. Il beneficio erogato, pari a 350 euro al mese per 12 mesi, è andato a più di 27mila persone. Su 162mila domande di Supporto formazione lavoro inoltrate, 55.297 arrivano da ex percettori del Reddito di cittadinanza. L’età media dei richiedenti è di 43,4 anni. I giovani sono percentualmente pochi: il 37% dei richiedenti ha oltre 50 anni, segue la fascia da 41 a 50 anni (25%), da 31 a 40 anni (19%), quella da 21 a 30 anni (17%) e fino a 20 anni (2%).
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