L’AQUILA. Sul caso nomine irrompe il sindaco Pierluigi Biondi. E lo fa a margine della commissione di vigilanza e controllo, che si è riunita ieri a palazzo Margherita per fare luce sulla vicenda. «La norma regionale che regola la nomina del comandante della polizia municipale è nata male e continua a creare difficoltà alle amministrazioni a cui impone, di fatto, di contravvenire alla legge nazionale 190 del 2012, la cosiddetta “Anticorruzione”, evidentemente di rango maggiore», dice il primo cittadino, precisando di aver atteso «la commissione» e che gli fossero «resi noti i documenti prima di rilasciare qualsiasi dichiarazione. Bandire un concorso specifico per la figura di comandante», spiega, «di fatto preclude la rotazione degli apicali tra i settori, ovvero uno dei rimedi individuati dal legislatore per evitare fenomeni di illegalità, soprattutto negli ambiti classificati come più rischiosi». Non a caso «il Piano nazionale anticorruzione e i piani triennali adottati dalle organizzazioni pubbliche prevedono una gradazione dei settori più esposti, indicando la rotazione dei dirigenti per scongiurare comportamenti illeciti». Il sindaco torna poi anche sul concorso da dirigente dell’ex Onpi, anch’esso nel mirino delle opposizioni. «Potrei fare più di un esempio di esponenti politici del centrosinistra che hanno vinto concorsi pubblici mentre erano in carica. Quindi, se dovessimo alimentare una logica del sospetto, potremmo dire che le obiezioni sollevate oggi sono valide anche per tutte le altre occasioni di concorsi mediante i quali sono stati assunti eletti dell’allora maggioranza o loro affini. Alimentare dietrologie o gettare ombre su procedure trasparenti che, anche in passato, hanno visto transitare, addirittura in blocco o in rapida successione temporale, magari nella stessa organizzazione pubblica, “gruppi” di professionisti afferenti alla stessa categoria, è un’abitudine che non mi è mai appartenuta e che quindi, anche oggi, respingo al mittente», continua Biondi, ricordando come non ci si trovi certo «davanti al primo caso di capo di gabinetto del sindaco che vince un concorso». Anche perché «parliamo di un funzionario con esperienza più che ventennale, unanimemente stimato, che peraltro ha superato una regolare procedura concorsuale». E conclude: «sull’amministrazione che mi onoro di guidare, in 7 anni non si è mai allungata neanche una sola ombra rispetto a trasparenza e dirittura morale». In mattinata l’amministrazione, per bocca dell’assessore alla polizia municipale Laura Cucchiarella, aveva intanto invitato alla calma e ad attendere l’esito di un’ulteriore sentenza del Consiglio di Stato (quella sulla posizione del dirigente Tiziano Amorosi) prevista in estate. «Poi avremo la necessaria chiarezza per poter procedere, fermo restando che qualora dovesse esserci la necessità si avvierà l’iter per la procedura concorsuale». Ma le opposizioni non ci stanno e annunciano il ricorso all’Anac e al prefetto.
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