CHIETI. L’unica legge che conoscono è quella del branco. Sono sette i bulli della movida indagati per le aggressioni del 16 marzo a Chieti Scalo e del 1° aprile a Fossacesia, episodi che hanno creato allarme sociale al punto tale da finire all’attenzione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dopo che tre ragazzi, colpiti senza pietà anche con un tirapugni in metallo, sono arrivati in ospedale con fratture e traumi. Il blitz dei carabinieri è scattato all’alba di ieri con le perquisizioni ordinate dalle procure di Chieti, di Lanciano e dei minorenni. I militari dell’Arma hanno sequestrato parte dei vestiti indossati dai picchiatori durante i pestaggi e i loro cellulari, oltre a dosi di hashish e ketamina.
IL PESTAGGIO DI CHIETI SCALO
Per il primo raid, avvenuto in viale Benedetto Croce, nei pressi della Galleria Scalo, il sostituto procuratore Giancarlo Ciani ha iscritto nel registro degli indagati cinque giovani: il teatino Matteo Camillo Mammarella, diciottenne formalmente residente a Manoppello, Lorenzo Creati (19) di Spoltore, i pescaresi Roberto Salutari (23) e Romolo Denny De Luca (18) e Luca Amoroso (20) di Cepagatti. Sono tutti accusati di concorso in lesioni personali e rapina (entrambi i reati pluriaggravati). La violenza è esplosa intorno alle tre di notte. In base a quanto ricostruito, due amici di 27 e 23 anni erano in macchina quando hanno chiesto ai cinque ragazzi di spostarsi dalla strada, considerando che questi ultimi bloccavano il passaggio. A quel punto, infastiditi per la richiesta, quei giovani – anche impiegando un tirapugni – hanno reagito in modo inspiegabilmente rabbioso, aggredendo il ventisettenne e, subito dopo, anche l’amico intervenuto in suo soccorso.
LA RAPINA
I violenti hanno colpito il primo ragazzo con calci e pugni talmente potenti da causargli lesioni gravi, giudicate guaribile in 40 giorni, tra cui la frattura della mandibola. Lo stesso trattamento, con conseguenze meno pesanti (15 giorni di prognosi), è stato riservato al ventitreenne. Al primo giovane, durante il pestaggio, è stato sottratto anche il cellulare: da qui la contestazione della rapina. Le indagini dei carabinieri della stazione di Chieti Scalo hanno consentito di dare un volto ai responsabili. I cellulari degli indagati saranno analizzati per ricercare elementi utili all’inchiesta, oltre che per definire il ruolo di ciascuno: nei prossimi giorni, il pm affiderà l’incarico a un consulente.
LE BOTTE DI FOSSACESIA
Tre dei cinque picchiatori di viale Benedetto Croce – ovvero Mammarella, Amoroso e Creati – sono finiti nei guai anche per l’aggressione della sera di Pasquetta sul lungomare di Fossacesia, all’uscita dello stabilimento balneare Supporter, dove è stato preso a calci e pugni dal branco il dj diciottenne Matteo Rocco Cocchino, studente al quinto anno dell’Itc di Casalbordino. Il giovane è stato pestato dopo aver girato un video con il cellulare, pubblicando la storia su Instagram: i bulli, in base a quanto emerso, sono entrati in azione proprio perché pretendevano la cancellazione di quel filmato.
IL MOVENTE
Il motivo? L’ipotesi principale è che Creati, sottoposto al Daspo Willy, ovvero al divieto di frequentare per due anni tutti i locali della provincia di Chieti, volesse eliminare le prove della violazione della prescrizione. Il dj ha cercato riparo a bordo della sua automobile, ma gli aggressori si sono accaniti sulla carrozzeria, danneggiandola. Il gruppo si è dileguato prima dell’arrivo dei carabinieri, intervenuti in forze a seguito delle numerose chiamate dei presenti al 112, che segnalavano la gravità di quanto stesse avvenendo, mentre Cocchino è stato trasportato all’ospedale di Lanciano, da dove è stato dimesso con sette giorni di prognosi.
I VIDEO
I carabinieri della stazione di Fossacesia hanno avviato le indagini la sera stessa con la collaborazione di molti testimoni, ma soprattutto con la visione dei numerosi video pubblicati in tempo reale sui social network. I filmati hanno catturato alcuni indumenti indossati dai picchiatori, come felpe, piumini, giacche e occhiali con particolari montature. Nell’inchiesta aperta dal procuratore di Lanciano Mirvana Di Serio figura anche un quarto ragazzo, che non è stato destinatario della perquisizione, e quindi non ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia. Il quinto presunto aggressore è un diciassettenne di Collecorvino, iscritto sul registro degli indagati dal procuratore della Repubblica dei minorenni dell’Aquila David Mancini. Per tutti, le ipotesi di reato sono concorso in lesioni personali e danneggiamento aggravati e violenza privata.
LE PERQUISIZIONI
Ieri mattina, quattro dei cinque componenti del branco sono stati dunque svegliati dai carabinieri della compagnia di Ortona, coadiuvati dalle stazioni di Chieti Scalo, Cepagatti, Collecorvino e Spoltore e da un’unità cinofila antidroga. Oltre agli indumenti, sono stati sequestrati alcuni grammi di hashish (nell’abitazione del minorenne) e di ketamina (di cui si è assunto il possesso un familiare di Creati). Gli accertamenti proseguono per identificare i restanti autori dell’aggressione, mentre nei confronti dei cinque verrà richiesta al questore l’applicazione della misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Fossacesia.
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