L’AQUILA. Con 16 voti favorevoli il consiglio comunale dell’Aquila ha approvato ieri il piano di classificazione acustica, lo strumento finalizzato a stabilire, zona per zona, la soglia massima di emissioni sonore consentite a seconda della vocazione residenziale, commerciale, artigianale o industriale di ognuna delle aree in cui è stato suddiviso il territorio del Comune. Un’approvazione caratterizzata dall’inammissibilità di sette emendamenti presentati sul tema dall’opposizione, respinti però in blocco dal presidente Roberto Santangelo. Cosa che ha quindi provocato l’abbandono dell’aula da parte degli esponenti di minoranza, che non hanno così partecipato alla votazione. Si tratta del primo dei due passaggi in consiglio comunale prima dell’approvazione definitiva del provvedimento, sul quale ora ci saranno 60 giorni di tempo per le osservazioni.
LA DISCUSSIONE
«Un importante strumento di tutela ambientale che andrà a regolamentare gli interessi di tutti gli attori che a vario titolo vivono la nostra città», così il piano acustico è stato definito dall’assessore Fabrizio Taranta, dopo aver illustrato nel dettaglio il provvedimento. «Regolamentando le emissioni sonore e l’inquinamento acustico auspichiamo di avere una città viva, attrattiva, ma che riesca al tempo stesso a garantire ai residenti il giusto diritto al riposo, specie negli orari più sensibili del giorno e della notte». Tra gli obiettivi dichiarati, anche quello di «prevenire la nascita di conflitti tra attività produttive e popolazione residente, favorendone la pacifica convivenza». Tema sentito che rimanda a quello del rapporto tra movida e centro storico, con la richiesta di Lorenzo Rotellini di un inserimento di quest’ultimo in terza anziché in quarta fascia, quella cioè caratterizzata da un «intenso traffico veicolare, alta densità abitativa, elevata presenza di attività commerciale e uffici, oltre che di attività artigianali». Tutte cose che secondo il consigliere non corrispondono all’attuale realtà del centro dell’Aquila.
Rotellini ha quindi fatto presente la necessità di dotarsi di «fonometri fissi a misurazione continua, sia in funzione preventiva che come deterrente a possibili sforamenti di decibel e orari, da installare nelle principale piazze e vie del centro storico così da avere un monitoraggio continuo dei livelli di emissioni sonore prodotti e scongiurare possibili conflitti tra residenti e attività produttive». Sull’assenza di controlli e relative possibilità di accertamenti è poi tornato il consigliere Paolo Romano, che ha sottolineato il rischio che «questo provvedimento non produrrà gli effetti sperati. Installare un impianto fonometrico andrebbe invece a favore sia dell’amministrazione che del cittadino». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Enrico Verini, secondo cui «le regole esistevano anche prima del piano acustico. Il problema resta quello di farle rispettare. E il sistema previsto è assolutamente farraginoso in assenza di unmonitoraggio costante». Polemiche però bypassate dall’intervento del consigliere di maggioranza Fabio Frullo, che ha posto l’accento sul «mutamento culturale introdotto dal nuovo regolamento in materia di inquinamento acustico», oltre che in termini di «ottimizzazione del rapporto tra ambiente e salute».
GLI ALTRI PUNTI DISCUSSI
All’ordine del giorno anche la graduatoria della mobilità volontaria per gli assegnatari degli alloggi Erp, i mancati interventi di manutenzione di strade, tombini e caditoie e la proposta di una retribuzione minima di 9 euro l’ora per i dipendenti delle cooperative al servizio del Comune.
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