CUPELLO. L’eco dell’ultima tragedia avvenuta domenica sulla Trignina è arrivato a Roma. Il senatore Etelwardo Sigismondi (FdI) che la scorsa primavera aveva incontrato sindaci della vallata del Trigno, il prefetto di Chieti Mario Della Cioppa e l’Anas per discutere del futuro della fondovalle ribadisce le criticità dell’infrastruttura e la necessità di raddoppiare la statale 650. «Per farlo è necessario presentare un atto di programmazione», afferma Sigismondi.
«È arrivato il momento di passare dai buoni intenti ai fatti», dichiara il senatore di Fratelli d’Italia. «A marzo presentai una interrogazione parlamentare al ministro Matteo Salvini che un mese dopo incontrò i sindaci del territorio. Tornerò insieme al collega del Molise, Costanzo Della Porta, a sollecitare il ministero. So che Salvini è ben disposto. Non voglio illudere nessuno promettendo la risoluzione del problema in breve tempo. È tuttavia necessario redigere un atto di programmazione a cui seguirà la progettazione e il reperimento dei fondi necessari. L’Anas ha già in cantiere diverse opere che riguardano i tratti più rischiosi».
Del progetto di raddoppio della Trignina si parla da venti anni. L’arteria collega la costa adriatica con i comuni dell’entroterra. È un corridoio stradale strategico di circa 78 km su un’unica corsia per ogni senso di marcia. Un tratto pericoloso che ha registrato nel corso degli anni numerose vittime. L’Anas ad aprile scorso ha annunciato cento milioni di euro per nuovi cantieri e manutenzione. L’azienda si è detta disponibile a valutare, insieme al ministero, l’inserimento del raddoppio del tratto San Salvo-Trivento all’interno della prossima programmazione.
Convinto che sia necessario avviare al più presto gli interventi è anche il presidente della Provincia, Francesco Menna. «È necessario accelerare le opere destinate a rendere l’arteria più sicura. Quattro morti e nove feriti in 4 mesi è un dato che non può lasciare indifferenti», commenta Menna. «Gli incidenti sono avvenuti nel tratto che va dallo svincolo di Fresagrandinaria a quello di San Salvo. È qui che occorre intervenire con urgenza», esorta il presidente della Provincia.
Anche l’ultima tragedia è avvenuta vicino allo svincolo per San Salvo. Due le vittima, la piccola Amalia Meo, di 10 mesi, di Fresagrandinaria, e Alessio Amicone, 42 anni, di Schiavi d’Abruzzo. Tre i feriti: i genitori di Amalia, Marco Meo e Anica Lucia Talia, e il fratellino Manuel di 4 anni. Le condizioni dei feriti migliorano e questo fa tirare un sospiro di sollievo a parenti e amici. Per Marco e Anica, le ferite più gravi sono quelle dell’anima. La morte della piccola Amalia è stata per loro un colpo durissimo. «Cercheremo di stare loro vicino e aiutarli, per quel che è possibile», dice il sindaco di Fresagrandinaria, Lino Giangiacomo. L’intero paese è pronto a dare una mano alla famiglia Meo. Non è stato ancora possibile fissare la data del funerale della piccola perché la salma è a Chieti, all’obitorio dell’ospedale clinicizzato, in attesa della perizia medico legale disposta dalla Procura di Vasto. Lo stesso per Alessio Amicone. È probabile che le salme vengano riconsegnate alle rispettive famiglie per il fine settimana. (p.c.)
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