PESCARA. Non saranno riunite le prime due tranche dell’inchiesta sulle attività dell’imprenditore della sanità, Vincenzo Marinelli. Lo ha deciso ieri il gup Giovanni de Rensis che ha rigettato la richiesta dell’avvocato Augusto La Morgia, difensore di Marinelli. Una riunione alla quale si era opposto il pm Andrea Di Giovanni adducendo una serie di motivazioni, non ultima quella relativa ai prevedibili ritardi relativi al giudizio nei confronti del procedimento ieri all’esame del gup che conta ben 30 imputati fra persone fisiche e persone giuridiche. Ed è stata proprio questa una delle motivazioni con le quali il giudice ha ritenuto di non riunire questo procedimento con quello che pende davanti al collega Fabrizio Cingolani, la cui udienza è stata fissata al 19 marzo prossimo. «Si realizzerebbe», ha detto il gup de Rensis, «un caso di scuola di ritardo nella definizione dei processi/procedimenti dei quali si chiede la riunione». Non solo, ma secondo il gup, la maggior parte degli imputati «non risultano incolpati nel processo pendente davanti a Cingolani», per cui «la richiesta di riunione comporterebbe con solare evidenza un immotivato ritardo nella definizione della vicenda processuale a carico di questi ultimi».
Nella memoria che l’avvocato La Morgia aveva depositato al giudice, si evidenziavano le ragioni di connessione e di economia processuale trattandosi della stessa inchiesta suddivisa in tranche (tre ormai concluse mentre la quarta sta per essere definita a breve): una riunione che avrebbe evitato, secondo il legale di Marinelli costretto così a discutere quattro processi per il suo assistito, una inutile moltiplicazione di attività dibattimentali certamente «compendiabili in un unicum processuale».
Nell’opporsi, la pubblica accusa aveva anche evidenziato come per la prima tranche ci fosse stata una misura cautelare e soprattutto che perno della prima tranche era la posizione della dirigente Asl Tiziana Petrella che aveva riservato, secondo l’accusa, una corsia preferenziale a Marinelli nella partecipazione alle gare di appalto in cambio di una serie di utilità, poi invece sostituita dalla collega Vilma Rosa che figura indagata nella seconda tranche per aver sostanzialmente sostituito in tutto e per tutto la Petrella. Ma la vera novità emersa dall’udienza di ieri riguarda appunto le posizioni di quattro imputati che avevano chiesto il patteggiamento. E ieri il giudice ha incardinato queste posizioni, ma non per deciderle insieme alle richieste di rinvio a giudizio che verranno discusse il prossimo 13 marzo (così come ha sollecitato la difesa del presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, impegnato fino al 10 marzo nelle elezioni regionali), ma per definirle nella stessa udienza di ieri. Un passaggio tecnico che potrebbe rendere problematico il prosieguo del procedimento in quanto, avendo disposto il patteggiamento dei quattro imputati per reati connessi agli altri, il giudice potrebbe rendersi incompatibile. Sta di fatto che Tiziana Petrella, personaggio che potremmo definire chiave insieme a Marinelli, accusata di corruzione e turbativa d’asta (difesa dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo) ha patteggiato un anno e 10 mesi di reclusione, mentre Fabio Tonelli (coinvolto per la gara delle mascherine, assistito da Marco Perrucci) due anni di reclusione; a Romina Iacoponi è stata invece applicata una multa di 9.600 euro, mentre a Maurizio Di Giovanni (difeso da Gianluca Di Blasio) una multa di 3.600 euro.
Altro colpo di scena disposto dal giudice riguarda la posizione della Asl di Pescara, già costituitasi parte civile. Ebbene, il legale della Asl, che nella precedente udienza del 21 novembre aveva ricevuto l’assenso del giudice per citare i responsabili civili, lo ha fatto però soltanto il 13 dicembre, quindi fuori dai termini di legge: per questo motivo il giudice ha disposto la decadenza della parte civile Asl dal diritto di citare le società imputate individuate dalla stessa Asl. Quindi si tornerà in aula per la discussione il 13 marzo prossimo, con quattro imputati in meno visto che hanno già definito le loro posizioni con il patteggiamento, e con un possibile interrogativo da sciogliere riguardo la compatibilità o meno del giudice nel proseguire l’udienza nei confronti degli altri 26 imputati.