CHIETI. Genitori infuriati sfilano sotto i portici di corso Marrucino in protesta contro il mancato avvio del servizio mensa e l’impossibilità di avere una sede unica per le scuole sgomberate a Santa Maria (la scuola d’infanzia di via Arenazze, la primaria Corradi e la media Vicentini). Capitanati dalla rappresentante dei genitori e presidente all’istituto comprensivo 2 Valeria Seccia, con megafono e fischietti chiamano in causa il sindaco Diego Ferrara: «Ce la trovate una scuola per le Vicentini o dobbiamo ancora girare mezza città?». Si verrà a sapere mezzora più tardi, nell’incontro nella stanza del sindaco, che anche l’ipotesi di riunire gli alunni nelle ex Orsoline, per cui c’era stato un finanziamento regionale, è ufficialmente tramontata. «Assessore Teresa Giammarino, sono le 11.30 è ora di preparare da mangiare per i bambini»: è l’attacco diretto all’assessore alla Pubblica istruzione. E poi: «Assessore Stefano Rispoli c’è una sponsorizzazione per riparare il tetto del plesso di via Arniense, conosciamo la procedura per farla passare o dobbiamo restare ancora in mezzo alla strada?».
Dei tre punti quest’ultimo è l’unico che può avere una risposta positiva: «Per la riparazione del tetto nella scuola di Sant’Anna», fa sapere il sindaco, «si agirà recependo attraverso la sponsorizzazione la cifra necessaria, circa 3.000 euro, cosa che sarà possibile con una variazione di bilancio che istituirà il capitolo perché si possa agire e che avverrà appena approvato in consiglio il bilancio stabilmente riequilibrato». Per quanto riguarda l’attivazione del servizio mensa, invece, si deve ancora attendere: la strada è quella di un affidamento al privato attraverso i genitori stessi, con il Comune che si è impegnato ad aiutare i genitori nella procedura giuridica di contrattazione. Un percorso non facile che prevede anche l’attivazione dell’ufficio scolastico regionale.
Nel frattempo i lavoratori della Ladisa attendono. Alla protesta di ieri era presente anche una delegazione dei 57 dipendenti della sede teatina del colosso della ristorazione: «Non percepiamo stipendio da giugno», dicono Emilia Di Gregorio e Sonia La Torre, «non vogliamo essere licenziati, vogliamo lavorare o con la Ladisa o con chi gestirà la mensa». Presenti all’incontro con la delegazione di manifestanti anche diversi esponenti di maggioranza, ma non la consigliera d’opposizione Serena Pompilio (Azione politica) che ha tentato invano di entrare nella stanza del sindaco. «Si nega la partecipazione alle riunioni sulle scuole garantendole però ad altri consiglieri», attacca Pompilio, «in un sistema democratico si consentirebbe un dialogo costruttivo che qui viene negato, così come viene negata la convocazione della commissione mensa unico tavolo dove poter confrontarsi. Sono stata braccata fin dall’ascensore», racconta ancora, «per poi, dopo aver fatto entrare gli altri partecipanti, bloccare la maniglia della porta per non farmi entrare».
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