CHIETI. «Sono un uomo sacerdote che si sforza di essere un povero cristiano». Le parole sono di padre Lorenzo Polidoro, morto a 90 anni esattamente un anno fa il 22 dicembre del 2022, e si leggono su una targa celebrativa che l’ex consigliere comunale Alessandro Marzoli, insieme a tanti amici del frate che tanto ha saputo dare alle parrocchie dove è stato, ha fatto affiggere alle mura della casa natale del frate, al civico 21 di largo Cremonesi. Ieri, nell’anniversario della morte, la targa è stata inaugurata e benedetta dall’arcivescovo Bruno Forte che ha preso la parola, insieme a Marzoli e a padre Raffaele Rollo, per ricordare il carisma di padre Lorenzo, «la sua forza spirituale e il suo essere vicino a Dio».
Padre Lorenzo, al secolo Giustino Polidoro, ha lasciato una grande impronta a Chieti come a Lanciano, città dove ha vissuto molti anni del suo impegno ecclesiastico. «Ricordare Padre Lorenzo», ha detto Marzoli, «significa ricordare le nostre vite. Le sue parole, la dolcezza del suo sguardo e il coraggio dei suoi gesti al servizio dell’altro resteranno sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto. La comunità teatina mai dimenticherà la sua grandezza». Presente alla cerimonia anche il coro del Miserere, diretto da Loris Medoro, che ha intonato le preghiere e impreziosito una cerimonia molto sentita e partecipata. «Tenevo tantissimo a padre Lorenzo», ha detto ancora Marzoli, ricordando come fosse stato il suo padre spirituale e come avesse punteggiato tutte gli appuntamenti più importanti della sua vita, a cominciare dal matrimonio fino al battesimo del figlio, che forse non a caso si chiama Lorenzo. «Con questa targa sulla sua casa natale, abbiamo dato tutti un segno tangibile della presenza di questo grande uomo in città». Oltre alla frase dello stesso padre Lorenzo, sulla targa si è deciso di scrivere: «In questa casa il 2 dicembre 1932 nacque Giustino Polidoro che il mondo conobbe come padre Lorenzo frate sacerdote. Insegnante d’amore e di vita che spese la sua esistenza a servizio degli altri. I suoi fedeli, grati, dedicarono».
©RIPRODUZIONE RISERVATA