CHIETI. Stipendi finalmente sbloccati alla Asp (Azienda pubblica di servizi alle persone) Chieti. La banca tesoriere ha iniziato a erogare ieri i soldi dovuti ai circa cento lavoratori dell’azienda pubblica, per lo più dipendenti degli Istituti riuniti di assistenza San Giovanni Battista, l’ex Ipab riassorbita dalla Asp che, nella sede di piazza Garibaldi, fornisce assistenza a oltre cento ricoverati tra anziani, disabili e inabili. I dipendenti sono rimasti a lavoro senza soldi da dicembre dell’anno scorso a causa di un pignoramento da tre milioni di euro avanzato da una cooperativa non pagata. Il tribunale ha annullato il pignoramento con un provvedimento dello scorso 13 marzo, solo che i soldi erano rimasti inspiegabilmente bloccati.
Nel frattempo il presidente del consiglio d’amministrazione della Asp, Concezio Tilli, ha dato mandato all’avvocato della Asp di inviare una diffida alla banca tesoriere, Intesa San Paolo. Ha inviato diversi solleciti, ha interessato le istituzioni e, dopo essere andato personalmente nella sede della filiale, ieri ha finalmente ottenuto lo sblocco dei fondi. «Si ricorda che la Asp è un ente pubblico che ospita 104 utenti tra disabili e inabili», ha scritto Tilli nella lettera di due giorni fa alla banca, «e dà lavoro a cento persone che non percepiscono gli stipendi da dicembre 2023. Si rappresenta che a oggi sono pervenute diverse minacce di interruzione di forniture, la più grave delle quali è quella della fornitura di elettricità. Non va sottaciuta la emergenza di approvvigionarsi di medicine e pannoloni, le cui scorte sono in fase di esaurimento, oltre al vitto e a tutto il necessario per garantire quel livello di assistenza che ci contraddistingue da oltre 150 anni. Nella tragica ipotesi si verificassero tali circostanze, che andrebbero a inficiare il livello minimo di assistenza, saremo costretti a portare in pronto soccorso i 104 utenti da noi assistiti al fine di salvaguardarli».
Diffida e solleciti hanno ottenuto l’effetto desiderato. Adesso bisogna però fare in modo che la Asp e il San Giovanni Battista non ricadano nelle stesse problematiche di mancanza di fondi: occorre cioè riaprire il tavolo con l’amministrazione regionale per rivedere le tariffe. Il precedente assessorato regionale alla sanità si era detto d’accordo alla rinegoziazione delle tariffe, bisogna ricominciare da lì.
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