PESCARA. No alla guerra, sì all’amore verso il prossimo. Non una semplice Via Crucis, ma un inno alla pace che ha portato adulti e bambini a camminare fianco a fianco, dalla cattedrale di San Cetteo fino a via delle Caserme, per trasmettere un messaggio di amore e speranza.
Tra i simboli, la Madonna addolorata e il Cristo morto riflettono quel sentimento di sofferenza che tanto vediamo «nelle immagini e nelle notizie che ci arrivano continuamente dai fronti delle guerre», dichiara l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti, «queste immagini non sono incoraggianti, così come non è incoraggiante il desiderio dei potenti di portarle avanti invece di fermarle. Con la guerra tutto è perduto e non possiamo continuare a stare in silenzio. E allora non abbiamo altre armi, non abbiamo forze capaci di deterrenza, se non una, quella della preghiera. Questa sì che ci è concessa». Una preghiera incessante quella di intere famiglie che hanno attraversato corso Manthoné per ripercorrere, insieme, «il calvario di Gesù che, purtroppo, tanto si avvicina alla realtà che siamo costretti a vivere ogni giorno», commenta monsignor Valentinetti nel suo lungo discorso incentrato sulla lotta all’indifferenza. «Ma questo calvario che abbiamo rivissuto stasera ha come unico scopo quello di non farci perdere la speranza. Per questo noi dobbiamo continuare a pregare e dobbiamo imporci affinché la nostra potenza umana si trasformi in quella potenza divina necessaria per buttare tutte queste sofferenze, e mi riferisco anche ai conflitti tra di noi e all’interno delle famiglie. Dobbiamo risorgere e per questo non dobbiamo dimenticarci che solo il bene può vincere sul male e solo la misericordia disperde i conflitti. Dobbiamo avere la capacità di amare e di perdonare il prossimo». Sono state 14 le tappe della Via Crucis (dalle 19 alle 20.30) e in ogni tappa è stata dedicata, tra la commozione dei presenti, una preghiera a tutte le madri che piangono i figli morti in guerra. Commosso anche il sindaco Carlo Masci, presente con il presidente uscente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, l’onorevole Guerino Testa e gran parte dell’amministrazione comunale. «È stata una processione molto commovente, sentita e soprattutto partecipata», ha commentato il sindaco.