L’AQUILA. Il nemico degli sciatori stavolta si chiama libeccio. Le raffiche che hanno interessato l’Abruzzo nelle ultime ore hanno reso vano il lavoro sulle piste da sci. Le temperature, passate in certe zone da -11 a +6, hanno fatto il resto. Ora l’obiettivo apertura si sposta all’8 dicembre. Ecco la mappa delle principali stazioni invernali della regione.
roccaraso
«Abbiamo sparato neve per 37 ore. Poi è arrivato il vento caldo che ha fatto sciogliere quella in quota. È rimasta soltanto la neve artificiale, che però è a mucchi: non la possiamo ancora spandere per il caldo. Ma le temperature dovrebbero tornare sotto zero. Se quindi farà abbastanza freddo per permetterci di sparare neve per 2 o 3 giorni speriamo di riaprire giovedì, ma non dipende da noi». Lo spiega Roberto Del Castello, gestore degli impianti sciistici dell’Aremogna a Roccaraso, e proprietario anche degli impianti adiacenti di Monte Pratello a Rivisondoli: le due stazioni rientrano nel comprensorio dell’Alto Sangro, di cui fanno parte anche Pizzalto, Pescasseroli e Pescocostanzo. «Abbiamo fatto i collaudi e tutto ciò che serve per riaprire. Siamo pronti». Le due stazioni, da sole, costituiscono circa l’86% del comprensorio, con circa 51mila persone ogni ora, 38 impianti di risalita e 100 km di piste. Attesi turisti da Puglia, Campania, Lazio, Marche, Sicilia.
skipass tre nevi
Si apprestano ad aprire anche gli impianti sciistici del Centro turistico del Gran Sasso e Monte Magnola a Ovindoli, che, insieme a Campo Felice, sono legate dallo Skipass dei Parchi, l’abbonamento stagionale che permette di sciare in tutti e 3 i bacini. Sul Gran Sasso la pioggia ha lavato via la coltre di neve. «Tra pochi giorni apriremo la funivia. Se la neve arriverà, come sembra, apriremo anche gli impianti, uno alla volta», annuncia Dino Pignatelli, amministratore unico del Centro Turistico. Con 15 impianti, 24 piste, 40 km di area sciabile e 7 rifugi, anche la stazione sciistica di Campo Felice, tra Lucoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo, è pronta ad aprire. «Abbiamo fatto i collaudi delle seggiovie, abbiamo l’impianto di innevamento pronto, perfezionato con qualche cannone in più di ultima generazione. Dobbiamo solo aspettare il freddo. Non manca nulla, a parte il meglio: la neve», spiega Gennarino Di Stefano, direttore degli impianti di Campo Felice dal ’92, e sindaco di Rocca di Cambio al terzo mandato. «Se dovesse farne un metro potremmo aprire subito. Se invece avessimo freddo secco, -5/-6 gradi, in 4 giorni riusciremmo a realizzare almeno 2 piste. Il nostro polo sciistico impegna circa 400 lavoratori fissi tra operai, gestori dei locali, dei rifugi, maestri di sci». Oltre all’indotto commerciale.
passolanciano
Micidiali folate di scirocco a mortificare, sulla Majelletta, la speranza di un imminente via alla stagione invernale. Sulle piste preparate da tempo, oltre 10 cm di coltre bianca, dai 1.330 metri di Passolanciano fino ai circa 2mila metri del Rifugio Pomilio, avevano lasciato intravedere, in caso di ulteriori precipitazioni nevose, la possibilità di riaprire gli impianti di risalita per il ponte dell’Immacolata. Non è questo il solo problema della stazione invernale, ancora alle prese con la mancanza di un collegamento, sci ai piedi, tra Passolanciano e Mammarosa. Diversi, a tal riguardo, i progetti che si sono allungati nel tempo, l’ultimo dei quali è compreso in un piano di interventi sull’intero bacino sciistico previsto nell’ambito dei fondi Masterplan. Nello stesso piano è inserita anche la realizzazione di un impianto di innevamento artificiale che potrebbe dar respiro agli operatori specie in questo momento di cambiamenti climatici. Si comincia a pensare alle vacanze di Natale e negli alberghi, davanti alle richieste telefoniche dei clienti, non si è in grado di garantire, come in altre realtà, la possibilità di sciare. Non resta che incrociare le dita e guardare con fiducia a eventuali perturbazioni dai Balcani. (e.n.-r.s.-g.ren.)
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