VASTO. Dell’antica macchina da pesca è rimasto ben poco. Diventa ristorante sul mare il trabocco di località Trave, lungo la costa vastese. A chi in questi giorni percorre la pista ciclopedonale della Via Verde non è certo sfuggita la grande struttura in legno posizionata sulla palafitta, a poche decine di metri dalla statua dedicata alla Bagnante, nella parte nord del litorale. Il trabocco, che negli anni passati ha avuto diverse vicissitudini, è stato comprato da un imprenditore romano, Antonio Tucci, originario di Schiavi d’Abruzzo che ha deciso di aprire un ristorante sul mare, in uno dei posti più belli della costa vastese.
«La struttura, che non è vincolata, ha ottenuto tutti i pareri, compreso quello dello Soprintendenza», spiega l’assessore all’urbanistica, Alessandro D’Elisa. Non si sa ancora quando il trabocco aprirà i battenti. Certo è che i lavori stanno andando avanti speditamente. La ditta incaricata ha provveduto a sistemare l’accesso con una staccionata di legno – utilizzando gli alberi tagliati – e ha messo a dimora alcuni arbusti.
Dicevamo che il trabocco di località Trave ha avuto diverse vicissitudini. Nel 2018 la struttura è stata posta sotto sequestro dai militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Vasto (Circomare). I sigilli sono scattati in seguito ad alcuni lavori di ampliamento che avevano trasformato l’antica macchina da pesca in una struttura abitabile di circa 200 metri quadri, in totale difformità dagli atti concessori. In particolare erano state riscontrate violazioni alla normativa sul codice della navigazione. Il trabocco è rimasto completamente abbandonato e in balia dei marosi per circa sei anni. Da qualche mese sono cominciati i lavori. L’obiettivo della nuova proprietà è aprire il ristorante prima dell’estate che è ormai alle porte.
Lungo la costa vastese ci sono otto trabocchi di cui la struttura è in piedi e tre da ricostruire. Di questi undici, nove sono vincolati con decreto legislativo del 2002, mentre gli altri due non sono sottoposti a vincolo paesaggistico. L’unico che, secondo l’associazione Italia Nostra, ha ancora l’identità originaria dell’antica macchina da pesca è quello presente in località Canale. Sui trabocchi, che la legge regionale consente di trasformare in ristoranti, c’è stato un vivace dibattito in questi anni fra favorevoli e contrari.
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