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PENNE. Commovente e partecipata come sempre, la processione del Venerdì santo pennese ha visto la presenza di tantissimi turisti e fedeli. Il rintocco dei tamburi, i tre simulacri portati in spalla dagli incappucciati e la luce calda delle lanterne tra i vicoli. Circa cinquemila persone hanno partecipato e percorso tutta la zona più antica del centro storico pennese – da Colle Sacro a Colle Castello, fino a far ritorno in piazza Luca da Penne – accompagnate dagli incappucciati, dalle “addoloratine”, dal coro del Miserere e dalle associazioni cittadine. Alla processione del Venerdì santo ha partecipato anche il consigliere regionale Leonardo D’Addazio. A lui si sono unite le più alte cariche religiose, con il parroco don Andrea Di Michele, e militari e le autorità cittadine, a partire dal sindaco Gilberto Petrucci. «La processione del Venerdì santo ha un valore storico e religioso importante. Ha un fascino unico e anche quest’anno c’è stata la partecipazione di tantissima gente. Ancora una volta le nostre tradizioni sono straordinarie. Ringrazio il comitato organizzatore per l’impegno che ogni anno mette per organizzare il Venerdì Santo», ha detto il sindaco Gilberto Petrucci. Durante tutta la processione, in un’atmosfera di sentita partecipazione religiosa, i tanti fedeli, unitamente ai parroci presenti, hanno recitato tutte le stazioni della Via crucis.
Come sempre la particolarità e l’originalità della processione del centro vestino è legata soprattutto ai simulacri che la compongono, in particolare dal gruppo ligneo della Passione e dalla coperta funebre, il cosiddetto Copertone (chiamato così per via delle sue dimensioni), su cui è adagiata la statua del Cristo morto, ricca di ricami in oro e argento e di fili di seta variopinti applicati a una base di velluto nero. La statua della Vergine Addolorata, ultimo simulacro che compone la processione pennese, è una conocchia del XVIII secolo e la memoria popolare ricorda che nell’Ottocento era scortata da donne e bambine vestite di nero, le “addoloratine”. La solenne liturgia del Venerdì santo di Penne affonda le sue radici nel Quattrocento e fu istituita ufficialmente come ricorrenza religiosa, nel 1570, dal cappuccino umbro padre Girolamo da Montefiore. È una delle più conosciute in Abruzzo e anche ieri in tanti hanno voluto parteciparvi, arrivando anche da fuori città.