CHIETI. «Negli ultimi 5 anni si sono avute meno prestazioni, più mobilità passiva e più debiti. Nel bilancio 2023 Asl non ci sono risposte concrete alle urgenze della sanità. Il nostro giudizio è negativo». Sono i sindaci del comitato ristretto Diego Ferrara (presidente), Giulio Borrelli, Francesco Menna e Massimo Tiberini a bocciare, ancora una volta, l’operato Asl, il bilancio consuntivo 2023 e la maggior parte delle azioni previste per coprire il pesante debito di 41 milioni dell’azienda. Dal canto suo la Asl ha proposto 5 azioni per recuperare 20 milioni entro fine anno: aumento delle entrate, trasformazione digitale, ottimizzazione dei servizi e interventi sull’appropriatezza in particolare sulla spesa per farmaci e dispositivi e la specialistica ambulatoriale.
I CONTI NON TORNANO«C’è un disavanzo esponenziale nel bilancio Asl nonostante i 14 milioni in più arrivati dalla Regione», fa notare Ferrara. «Dal 2019 al 2023 il debito è passato da 13,76 milioni di euro a 41,12 con i trasferimenti regionali saliti da 65 a 79,2 milioni». «E gli aumenti di spesa per il personale di 11 milioni, per i servizi +12 milioni, l’acquisto di beni +16 milioni, riteniamo non abbiano portato a un incremento di produzione adeguato», aggiunge Borrelli che evidenzia pure un risparmio di 14 milioni per la diminuzione dei costi dell’energia e di un milione per le spese per consulenza. Ma il tallone d’Achille resta la mobilità passiva: le cure fuori regione sono passate dal 2019 al 2023, da 51 a quasi 70 milioni: + 35%. Si va verso Marche, Emilia Romagna, Lombardia e Lazio per discipline come cardiologia, ortopedia e chirurgia. Il numero di ricoveri ordinari, invece, del 2023 sono stati 30.000 nell’intera Asl, per un valore di 125 milioni 717mila euro con un peso medio delle prestazioni pari a 1,26 ovvero ricoveri a non elevata intensità di cura.
LA SOLUZIONE ASLE il recupero della mobilità passiva è uno dei punti da migliorare per recuperare entro fine anno 20 milioni di euro ha spiegato il manager Asl Thomas Schael. Che ha parlato di aumento delle entrate da un’assegnazione più generosa della quota di Fondo sanitario, appunto il recupero della mobilità passiva e una crescita della produzione, poi un milione dal recupero ticket, soprattutto di pronto soccorso. Ha parlato di trasformazione digitale, ottimizzazione dei servizi e interventi sull’appropriatezza di farmaci e diagnostica. Ha “strigliato” i medici, Schael, per l’uso massiccio di farmaci, Tac e risonanze rispetto ad esempio alle ecografie. «La spesa farmaceutica ha superato il tetto annuale di 25 milioni», dice Schael, «e il risparmio atteso, con ad esempio l’uso di farmaci equivalenti, è di 10 milioni. La manovra non sarà a danno dei cittadini, ma vede una gestione delle risorse più oculata, facendo comparazioni di prezzi e prescrivendo esami e farmaci in modo appropriato, secondo il bisogno specifico della persona». Parla poi di rimodulazione della gestione di trasporti, logistica, automezzi aziendali per recuperare altri fondi.
IL NO DEI SINDACI«Se fossero rispettate queste previsioni avremmo un bilancio negativo anche nel 2024», riprende Ferrara, «passeremo da 41 a 21 milioni: riduciamo il passivo, ma con il sensibile taglio di servizi e prestazioni a danno dei cittadini che rappresentiamo. Ci sono margini di miglioramento con alcune azioni comprensibili, come un uso più appropriato dei farmaci e altre che riguardano la diminuzione di servizi, soprattutto nelle aree interne, non condivisibili, come ad esempio il taglio dei Punti primo intervento di notte. C’è poi l’incognita del peso dei progetti Pnrr per la gestione ad esempio di case e ospedali di comunità nei prossimi bilanci». Nel complesso i sindaci ribadiscono il “no” all’operato di Schael. «Un giudizio motivato non da logiche politiche, ma dalla realtà di una sanità che produce meno prestazioni, più mobilità passiva e più debiti».