TERAMO. Un indagato scarcerato e due che lasciano il carcere per gli arresti domiciliari: sono i nuovi provvedimenti del tribunale del Riesame dopo i ricorsi presentati dalle difese in merito alle misure cautelari eseguite nei giorni scorsi sul presunto maxi spaccio di hascisc in città.
Il Riesame (collegio presieduto dalla giudice Elvira Buzzelli) ha annullato l’ordinanza emessa per Mounssif Lagmiri, marocchino di 24 anni (assistito dall’avvocato Filomena Gramenzi): l’uomo è stato scarcerato. Passano dal carcere ai domiciliari, così come disposto dal Riesame, gli indagati Giovanni Capriotti, 23enne teramano (assistito dagli avvocati Paola Petrella e Antonio Di Gaspare) e Manuel Cerino, 25enne teramano (assistito dagli avvocati Giovanni Gebbia e Paolo Del Paggio). Resta in carcere Danilo Campanella, 19 anni, (assistito dall’avvocato Ilaria De Sanctis).
Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione con arresti domiciliari per il 19enne Andrea Giuseppe Ferrajolo (assistito dall’avvocato Nello Di Sabatino) e annullato l’ordinanza per il 21enne Mattia Fiori rimesso in libertà (assistito dall’avvocato Caterina Lettieri).Nei prossimi giorni sono in programma udienze per altri ricorsi.
Secondo l’inchiesta della Procura (indagini dei carabinieri) ci sarebbe stata una fitta rete di collegamenti che, secondo l’accusa, faceva da sfondo alla cessione di sostanza stupefacente in varie zone della città: piazzetta del Sole, lungofiume Vezzola, piazza Garibaldi, giardini di piazza Nassyria, piazzale San Francesco. A scandire le indagini dei carabinieri della compagnia di Teramo anche centinaia di immagini che avrebbero immortalato le decine e decine di cessioni che avvenivano dopo contatti sulle piattaforme social e con la parola d’ordine “Caffè”. Per la Procura teramana (titolare del fascicolo il pm Stefano Giovagnoni ) era il ruolo di alcuni minorenni a fare la differenza. Secondo l’accusa – tutta ancora da dimostrare in un eventuale processo – erano loro ad acquistare la droga, in alcuni casi da cittadini marocchini, per poi venderla ad alcuni nordafricani per il successivo spaccio al minuto soprattutto nella zona del lungofiume Vezzola. Ed è proprio dall’arresto di un altro minorenne, che nel marzo dell’anno scorso venne sorpreso con quasi seicento grammi di hascisc, che sono partiti i primi accertamenti.(d.p.)