CHIETI. «L’uomo afferrato sembrava inerte quando io mi affacciai. Fece qualche movimento per divincolarsi e gridò aiuto nel momento che stava per essere cacciato dentro l’automobile. Ed allora fu che il quinto, il quale pareva dirigesse l’operazione, si avvicinò anch’egli e tirò un pugno sul petto della vittima». La storia si fa con gli atti. E questo documento che pubblichiamo è un pezzo di storia custodito a Chieti. Quell’uomo colpito al petto e caricato su una Lancia Trikappa nera era Giacomo Matteotti, assassinato dal regime fascista alle 16,29 del 10 giugno 1924.
UN BRIVIDO. Esattamente cento anni dopo l’omicidio del deputato socialista, e alla stessa ora, il verbale del testimone oculare del delitto viene letto ad alta voce nell’Archivio di Stato di Chieti, e un brivido corre sulla schiena di una ventina di cultori della storia d’Italia. A Chieti, nel mese di marzo del 1926, si svolse il processo-farsa agli assassini di Matteotti. E alle 16,29 di lunedì scorso è stato osservato un minuto di silenzio. Così l’Abruzzo ha onorato la memoria di un eroe borghese, partendo dal luogo in cui è possibile leggere le carte non solo dell’istruttoria, che ha preceduto il processo in Assise, ma anche del dibattimento pilotato dal regime fascista che eseguiva gli ordini del suo capo, Benito Mussolini. Un luogo che permette di conoscere e che aiuta a capire ed elaborare il più spietato dei crimini politici del ventennio. Un delitto che creò uno spartiacque tra il prima e il dopo.
ANCHE OGGI. La lettura di quelle carte, da maneggiare con estrema cura indossando guanti in lattice, viene riproposta anche oggi, dalle 15 alle 17, grazie a una lodevole iniziativa promossa dal Club per l’Unesco di Chieti in collaborazione con l’Archivio di Stato. Un laboratorio culturale che prevede l’esame guidato e attivo di una selezione di documenti originali.
Atti unici, verbali che hanno registrato l’epoca più buia del secolo scorso. Come lo è la testimonianza di tal Giovanni Cavanna, rese al giudice istruttore Mauro Del Giudice e il sostituto Umberto Guglielmo Tancredi, otto giorni prima del ritrovamento dei poveri resti di Matteotti nella campagna di Riano, che avvenne il 16 agosto del 1924.
VIDE TUTTO. Cavanna, il testimone oculare, rappresentò un incidente di percorso per la squadraccia fascista. E le sue parole cambiarono il corso della storia. Immaginate infatti se nessuno avesse assistito al delitto. Aveva 30 anni, il testimone Cavanna. Era un impiegato che abitava con la famiglia sul Lungo Tevere Arnaldo da Brescia, nel punto esatto in cui si consumarono il rapimento e subito dopo l’omicidio. Quel giorno di cento anni fa, si affacciò alla finestra è vide Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo, afferrare di peso il deputato socialista.
Li vide dall’alto, quindi non seppe riconoscerli. Né immaginò che quell’uomo che chiedeva disperatamente aiuto fosse Matteotti. Anzi, pensò che si trattasse di un arresto. Ma lui vide e confermò tutto al giudice istruttore. E la sua testimonianza presa a verbale diede la svolta all’intera inchiesta, prima ancora che i resti di Matteotti venissero ritrovati alle porte di Roma da un carabiniere in borghese, Ovidio Caratelli, e dalla sua cagnetta chiamata Trapani. Matteotti venne assassinato con una lima che gli trafisse il torace.
CULTORI DELLA STORIA. Cento anni dopo, leggere quel verbale genera forte emozione e profonda tristezza. Club per l’Unesco con l’Archivio di Stato lo mettono a disposizione anche oggi, insieme a molti altri documenti originali, con l’obiettivo di diffondere la cultura storica, attraverso un progetto avviato con il direttore Rosangela Guerra e proseguito con la dottoressa Maria Amicarelli con il coinvolgimento degli archivisti Mariachiara Arbolino, Anna Marcucci e Emanuele Catone, mentre il Club, presieduto da Cinzia Di Vincenzo, ha costituito un gruppo di lavoro coordinato dallo studioso Graziano Esposito e composto da Lina Marinilli, Gabriella Vitullo, Rosalia Pedone, Giovina Tomassi, Anna Vaccarella, Gabriella Vitullo, Rosa Lisanti, Rossana Villani e Gabriella Orlando. Il laboratorio per il Centenario Matteotti è rivolto agli adulti e ai minori a partire dai 14 anni, purché accompagnati, ed è gratuito ma richiede la prenotazione obbligatoria via whatsapp al numero 338-7593706.