CASALBORDINO . Il Comitato tecnico regionale ha concluso l’iter e le valutazioni propedeutiche al rilascio della nuova licenza alla Esplodenti Sabino per la ripresa dell’attività lavorativa. Questa mattina i responsabili dell’azienda sono in prefettura per la presentazione delle istanze riguardanti la ripresa del lavoro. Mercoledì il titolare della Esplodenti Gianluca Salvatore incontra i rappresentanti sindacali per un aggiornamento sullo stato di avanzamento delle attività. Un passo per volta la Esplodenti si prepara a riavviare il lavoro nella fabbrica di Casalbordino ferma da 8 mesi.
L’azienda ha chiesto e ottenuto per i lavoratori la cassa integrazione per riconversione. L’azienda sarà infatti rinnovata e si occuperà di attività meno pericolose di quelle eseguite fino a oggi. Nel futuro della Esplodenti c’è una possibile cessione. È certo l’interessamento di un’importante azienda tedesca decisa ad acquisire la fabbrica. Il governo Meloni ha risposto alle sollecitazioni del presidente della Regione Marco Marsilio e del senatore Eterwardo Sigismondi, dando la disponibilità di confrontarsi sulla fabbrica abruzzese insieme all’Agenzia per la Difesa e il ministro Guido Crosetto. Un’interlocuzione seguita con interesse dalla multinazionale che già da un paio di mesi ha dimostrato interesse alla fabbrica.
Contestualmente al fronte economico e lavorativo prosegue e sta arrivando al capolinea il percorso giudiziario che riguarda l’esplosione avvenuta il 21 dicembre 2020, costata la vita a Carlo Spinelli (54 anni di Casalbordino), Paolo Pepe (45 di Pollutri) e Nicola Colameo (46 di Guilmi). La perizia super partes dell’ingegner Francesco De Marzio nominato dal giudice Anna Rosa Capuozzo, un dossier di 109 pagine, ha stabilito che a provocare lo scoppio e la morte delle vittime sarebbe stato l’utilizzo non previsto dal piano aziendale di polveri da sparo per preparare fuochi pirotecnici. Una conclusione che ora sarà sottoposta al vaglio del giudice, posto che tutti gli indagati hanno scelto il giudizio con rito abbreviato per cui non sono previsti ulteriori accertamenti probatori. L’udienza è stata fissata al 4 giugno. La posizione dei dieci indagati è stata notevolmente alleggerita dal perito. I dirigenti sono ritenuti responsabili di mancanza di vigilanza adeguata e mancata assistenza sanitaria.
Proseguono anche le indagini sul secondo incidente, quello avvenuto il 13 settembre scorso e costato la vita a Fernando Di Nella (62 anni di Lanciano), Gianluca De Santis (40 di Palata), Giulio Romano (56 di Casalbordino), quest’ultimo scampato all’incidente del 2020, in quanto giorno era di turno ma, per un malore, era uscito prima.
©RIPRODUZIONE RISERVATA