LANCIANO. Detto, fatto. Bruno Di Ciano è tornato alla dipendenze di Lancianofiera così come ha da sempre auspicato il sindaco, Filippo Paolini fin dall’inizio del suo terzo mandato. L’ex coordinatore di Lancianofiera dal 1994 al 2005, 72 anni, è stato assunto con un contratto da agenzia interinale di sei mesi per 20 ore settimanali nel corso dell’ultima assemblea del consiglio di amministrazione dell’ente fieristico regionale con un voto contrario, quello dell’avvocato Alberto Paone, socio di rappresentanza del gruppo bancario Bper. Di Ciano era già stato assunto con orario part-time da Lancianofiera nei mesi scorsi fino a dicembre, ma poi il contratto era scaduto e non gli era stato rinnovato. Il suo ruolo è quello di supportare il team di lavoro della Fiera nell’organizzazione delle rassegne e nell’ideazione di nuovi eventi. Paolini ha sempre creduto in lui e in più occasioni, nei mesi di stallo per la scelta del presidente, ha dichiarato che l’ente avrebbe necessitato «di un direttore come Di Ciano più che di un presidente, visto che le fiere vanno pensate e organizzate».
La storia in Fiera di Di Ciano, ex coordinatore della Destra nel 2011, tuttavia non è stata sempre rose e fiori. Nel corso dei suoi 11 anni da coordinatore ha ideato rassegne come Ruote e motori show, AgroAlimenta e Fierabilandia, ma nel corso dell’accesa campagna elettorale del 2011 – che vide poi la vittoria del centro sinistra con a capo il sindaco Mario Pupillo – Di Ciano attaccò pesantemente «di sperpero di denaro pubblico e di pessima gestione» il direttivo dell’ente, il Comune e l’ex presidente Donato Di Fonzo, indicato nei mesi scorsi proprio dal sindaco Paolini come presidente della Fiera, ma che poi rinunciò all’incarico dando il via alla presidenza dell’agronomo Ombretta Mercurio, in quota Fratelli d’Italia. Di Ciano, che ha sempre spinto per una delocalizzazione dei padiglioni dell’Iconicella, fece anche causa all’ente, perdendo due gradi di giudizio, per veder riconosciuto il ruolo di direttore della Fiera.
«Siamo alle solite», attacca Leo Marongiu, consigliere comunale e segretario provinciale Pd che ha chiesto un accesso agli atti, «avevo auspicato uno scatto di innovazione e coraggio da parte della nuova presidente della Fiera, ma prendo atto che cambiano i presidenti, ma le interferenze assistenzialiste del sindaco Paolini sull’attività gestionale dell’ente continuano, arrivando anche a mettere in dubbio la legittimità degli atti visto che dall’inizio il sindaco Paolini, a mezzo stampa, ha sempre ritenuto prioritario l’acquisizione in Fiera di Bruno Di Ciano rispetto a qualsiasi altra priorità di carattere strategico dell’ente. Un andazzo inaccettabile e che va denunciato. Tra l’altro il voto non unanime del Cda dimostra che c’è più di una perplessità sul punto».
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