CHIETI. Anche la presentazione dei libri di Roberto Vannacci infiamma la politica teatina. Antipasto del consiglio comunale di ieri, è stato lo scontro a distanza tra il sindaco Diego Ferrara e Serena Pompilio, avvocato ed esponente della minoranza consiliare che ha organizzato l’incontro con il gnerale. “Il mondo al contrario” e “Il coraggio vince” sono i libri che da tempo dividono l’opinione pubblica italiana: vengono presentati oggi alle 17 nel palazzo della Provincia (modera Gino Di Tizio; alle 19 c’è altro incontro a Pescara). Ieri infatti, a dare fuoco alle polveri, è stato proprio il sindaco con un posto sul suo profilo Facebook, dopo essere stato «coinvolto in un dibattito pubblico sull’opportunità di ospitare a Chieti un evento con Vannacci. Poiché sono certo che mi sarà ricordato che la libertà di pensiero è sacra», scrive Ferrara citando l’articolo 21 della Costituzione, «anticipo che il principio costituzionale e la carta dei diritti umani non coincidono né sono assimilabili alla libertà di predicare odio». Per Ferrara quelle di Vannacci, tra l’altro candidato con la Lega alle Europee, sono «posizioni talmente rozze da mettere in imbarazzo persino personaggi della destra italiana. Un uomo che rivendica a gran voce il diritto all’odio e al disprezzo e a poterli manifestare liberamente, che disprezza e odia la diversità, non otterrà mai da me nessuna considerazione umana, politica, mediatica».
A stretto giro la replica di Pompilio: «Il sindaco, con le veementi parole che dedica all’evento, dimentica il suo ruolo di rappresentante della città per trasformarsi in piccolo ingranaggio di quel carrozzone che la sinistra cerca di mettere in piedi per continuare ad esistere. Invece di assumere un ruolo di rappresentanza di tutti i cittadini assume la veste di censore radical chic e unico depositario del pensiero libero. Non mi sorprende che il nostro primo cittadino si unisca alla propaganda della sinistra che, in questi anni, avendo abdicato al ruolo di difensore dei diritti sociali, si erga a finto paladino dei diritti civili senza rendersi conto che questi, in assenza dei diritti sociali, smettono di essere diritti per tramutarsi in meri privilegi. Per essere identitaria», incalza Pompilio, «la sinistra ha bisogno di ergersi a paladino di quei diritti civili che nessuno, a cominciare da Vannacci, intende mettere in dubbio: ma per essere identitaria la sinistra ha bisogno del nemico da combattere e, in quest’ottica, la narrazione sul generale diventa strumentale».
Nel frattempo, tra gli oltre cento commenti sotto al post di Ferrara, arriva anche quello di Vannacci stesso: «Se c’è uno che asserisce che le diversità siano il motore dell’universo quello sono io», dice il generale, che invita Ferrara «a partecipare all’incontro così glielo illustro di persona il mio pensiero». «Mi dispiace declinare il suo invito», replica brevemente Ferrara, «ma non verrò per i motivi già esposti. Buona fortuna».(a.rap.)
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