PINETO . Il Wwf Abruzzo presenta ricorso al Tar contro il progetto della Regione per il terzo lotto delle opere di difesa della costa a nord della foce del torrente Calvano a Pineto fino a via Piemonte. L’intervento prevede la realizzazione di sei scogliere emerse lunghe ciascuna 90 metri a 100 metri dalla riva e poste a solo 200 metri dal confine dell’Area marina protetta “Torre del Cerrano”.
La richiesta presentata dall’avvocato Francesco Paolo Febbo è l’annullamento del giudizio del comitato regionale Via favorevole all’esclusione della valutazione di impatto ambientale per l’opera. L’associazione ambientalista evidenzia: «Il ricorso mira a impedire la realizzazione di un intervento in un sito di importanza comunitaria, nei confronti del quale non sono state, anche per evidenti e incredibili errori sulla localizzazione del sito, verificate le possibili incidenze negative».
Secondo il Wwf «i lavori, infatti, interessano il tratto di costa dell’unità fisiografica “Foce del Vomano-foce del Saline” e soprattutto sembrano interessare il parco marino del Cerrano, sito di interesse comunitario». In sintesi, il progetto avrebbe dovuto essere assoggettato a Via e Vinca e valutate le possibili incidenze negative dell’intervento su di esso». L’associazione ambientalista rileva che «di fatto le opere, come previsto nello studio preliminare ambientale della Regione, prevedono un arretramento della linea di riva di 18 metri nel tratto a nord del parco marino “Torre di Cerrano” che si cercherà di mitigare con ripascimenti da 700mila euro ogni anno».
Immediata la replica di Umberto D’Annuntiis sottosegretario alla presidenza della Regione nella legislatura che ha preceduto il voto del 10 marzo. «L’intervento in oggetto dà completezza alle opere già in corso e a tal fine é stato istituito un gruppo di lavoro affinché si procedesse ad approfondimenti conoscitivi in ambito dell’unità fisiografica», afferma, «tale studio ha portato all’approvazione di una scheda che costituisce parte integrante e sostanziale del vigente piano di difesa della costa, oltre all’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica». Lo scenario, secondo D’Annuntiis, ammette la possibilità di utilizzare strutture emerse. La giunta dunque ha agito «in conformità delle norme tecniche di attuazione del piano di difesa della costa. «Il processo erosivo che ha colpito la pineta Catucci ha intaccato il piede della struttura che la sostiene, mettendola in serio pericolo assieme alle abitazioni retrostanti, e si sta spostando verso sud e quindi verso l’Area marina protetta», osserva, «in previsione, inoltre, di un innalzamento del livello medio marino si è pertanto ritenuto corretto adottare un sistema di difesa con barriere foranee emerse».
Domenico Forcella