PESCARA. Sono finiti i tempi delle cene elettorali: adesso, al massimo, c’è il buffet. Risparmiare, è la parola d’ordine della caccia al voto del 2024. Almeno secondo i documenti ufficiali depositati all’ufficio elettorale del Comune di Pescara. E la Lega, dopo l’abbraccio del leader, il vice premier Matteo Salvini arrivato mercoledì all’auditorium Flaiano per parlare (tanto) del suo libro e (poco) dei 32 candidati in lista, è campione di parsimonia: la rendicontazione delle spese, con la firma di Vincenzo D’Incecco, consigliere regionale, è una sfilza di zero, tutti in colonna. Niente spese postali, telefoniche, di personale, trasporto e tipografia, niente affitto locali, zero spese per la propaganda radio televisiva e zero spese per manifestazioni. Anche la lista Udc vara la campagna elettorale dell’austerità e dice che non spenderà neanche un euro in vista delle comunali dell’8 e 9 giugno, parola del coordinatore provinciale Andrea Colalongo.
I SOLDI IN CAMPO La coalizione di centrodestra del sindaco uscente Carlo Masci presenta un bilancio di appena 6.030 euro con 6 liste in campo ed è la meno spendacciona di tutte; le 5 liste del centrosinistra di Carlo Costantini, invece, arrivano a 54.700 euro, un conto che si ingrossa per il budget delle due civiche di Costantini; il civico Domenico Pettinari insegue con 30.500 euro per due liste; il renziano Gianluca Fusilli ha un bilancio di 10mila euro per la sua lista Stati Uniti d’Europa. Questi sono i numeri contenuti nei bilanci preventivi che le liste sono obbligate a presentare in Comune. I dati si riferiscono alle liste: le spese dei singoli candidati consiglieri non sono comprese.
FDI ORA FRENA Anche Fratelli d’Italia vara una campagna elettorale votata al risparmio: dopo la convention di tre giorni con il maxi villaggio sulla spiaggia del centro di Pescara per il lancio della candidatura di Giorgia Meloni alle europee – una spesa di almeno 500mila euro –, adesso il partito chiude i rubinetti e sembra predicare moderazione: la lista ha un plafond di 1.500 euro per le comunali, divisi in 500 euro per «acquisto materiale e mezzi per la propaganda», 500 euro per «l’organizzazione di manifestazioni di propaganda in luoghi aperti al pubblico» e 500 euro per «stampa, distribuzione e raccolta moduli per l’autenticazione delle firme e altre spese per la presentazione delle liste», queste le cifre contenute nel rendiconto firmato dai delegati della lista Andrea Cocchini e Rocco De Marco. Forza Italia, secondo la nota del segretario regionale, il deputato Nazario Pagano, e del coordinatore provinciale, il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, annuncia 1.130 euro di spese, dall’affitto dei locali ai manifesti fino agli annunci in radio e tv. Le liste civiche di Masci, Pescara Futura e Masci sindaco per Pescara Unica 2024, hanno un conto di 2.200 euro a testa, soprattutto per affitto di locali per manifestazioni e manifesti.
COSTANTINI PAPERONE? Il primato della spesa elettorale va alle civiche di Costantini, Carlo Costantini sindaco di Pescara e Faremo grande Pescara, con 24.500 euro a testa per pubblicità, grafica, eventi e affitto, recita il documento firmato da Andrea Marconi: le liste di Costantini sono le uniche che prevedono un fondo per i collaboratori pari a 1.500 euro l’una. Ma Costantini è davvero il paperone delle elezioni o mancano ancora dichiarazioni dal centrodestra? Il Pd ha un budget di 2.500 euro, 2.300 euro per Alleanza Verdi Sinistra-Radici in Comune, mille per il M5S.
PETTINARI Pettinari presenta un bilancio di 16mila euro per la lista Pettinari Sindaco e di altri 14.500 per Cittadini per Pescara: il conto, secondo i documenti firmati dai delegati di lista Ciriaca Di Prospero e Fabio Di Remigio per Pettinari sindaco e Davide Traini e Claudia Brancato per Cittadini per Pescara, è di 30.500 euro soprattutto per «pubblicazioni presentazione candidature e programma». Le voci «altre spese» incidono per 7mila euro totali. Stessa linea per le spese sostenute da Fusilli.