CHIETI . I teatini tornano ad abbracciare la storica processione del Cristo morto che quest’anno solca piazza San Giustino in tutta la sua ampiezza dopo tre anni e mezzo di lavori. Il prossimo venerdì 29 marzo nessuna transenna o barriera ostacolerà il corteo che negli anni non si è mai fermato: la processione ha resistito all’occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale, alle grandi nevicate del ’56 e, negli ultimi anni, anche alla pandemia da coronavirus. Il percorso e il piano sicurezza della processione saranno uno dei temi che domani il prefetto Mario Della Cioppa discuterà durante la riunione del comitato provinciale in materia di ordine e sicurezza pubblica, a cui prenderanno parte anche i rappresentanti dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti che organizza il corteo da sempre.
LA PIAZZA RIAPERTAPer due anni, la processione tra le più antiche d’Italia – risalente all’anno 842 – è stata relegata a un percorso solitario con l’arcivescovo Bruno Forte a portare la croce in una città deserta per l’emergenza Covid. Lo scorso anno piazza San Giustino è stata parzialmente riaperta, ma gli ingressi erano ancora limitati per via dei lavori. Quest’anno nessun limite alle presenze: tornano i trecento cantori e musicisti del Miserere, gli incappucciati, i valletti ai lati delle statue del Cristo Morto e della Madonna con il velo nero, un drappello di autorità.
VIA I TAVOLINISi è già svolto il tavolo tra ufficio commercio e polizia locale per la gestione di dehors e tavolini lungo il tratto interessato dalla processione. «Cercheremo di impattare il meno possibile sulle attività», dice l’assessore al Commercio Manuel Pantalone, «ma per questioni di sicurezza i tavolini di bar e attività lungo il percorso della processione saranno temporaneamente rimossi per il passaggio del corteo, poi potranno essere ripristinati. I gazebo fissi, come quelli in piazza Vico, potranno invece rimanere». Da parte dell’assessore al Commercio c’è anche l’invito alle attività a restare aperte il Venerdì Santo, giornata in cui il centro storico registra un record di presenze. «Sarò come sempre una processione molto sentita e che attirerà molte persone», continua Pantalone, «quindi anche un’occasione per tutte le attività di poter lavorare bene».
Il riconoscimento unesco L’amministrazione comunale continua a lavorare per far riconoscere il patrimonio della processione all’Unesco: un percorso non semplice intrapreso già da anni e di cui il vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo De Cesare si è fatto mediatore con le autorità. «Mi sono recato al ministero della Cultura a Roma già diverse volte per sollecitare il riconoscimento», dice, «ma dobbiamo procedere per tappe. Appena insediati ci siamo messi in cammino con una serie di attività che ci permetteranno di arrivare a fine del nostro mandato alla candidatura internazionale». Prima di arrivare all’Unesco, infatti, la processione deve entrare prima in un albo regionale. «Attualmente questo albo non c’è», continua De Cesare, «per questo stiamo lavorando prima con la Soprintendenza a un riconoscimento nazionale per poi puntare all’Unesco». E uno degli obiettivi dell’amministrazione è quello di arrivare a fine mandato con un dossier pronto per la candidatura. «Ho già individuato un project manager che se ne occuperà», conclude, «è una persona competente e professionale che ha già fatto questo tipo di lavoro».