ATESSA. Era uno stopper esplosivo. Grandi doti atletiche e intelligenza tattica. Un difensore centrale rapido e tignoso. Una roccia. Ha giocato un po’ dappertutto in Abruzzo: da Vasto a Lanciano, passando per Castel di Sangro, Teramo e Avezzano. D’ora in poi sarà all’Emiciclo, all’Aquila, e giocherà all’attacco. In pressing sul presidente Marco Marsilio e la sua giunta. Dai campi di calcio, quelli di serie C, ai banchi dell’opposizione in consiglio regionale sono passati anni in cui si è sviluppata una coscienza politica che lo ha portato a candidarsi nella lista di Abruzzo Insieme, quella del candidato presidente (perdente) Luciano D’Amico. Primo nella circoscrizione della provincia di Chieti con 2.703 preferenze di cui 1.786 ottenute ad Atessa, il suo paese, di cui è vice sindaco e assessore allo sport e alla manutenzione. Proprio ad Atessa, nei dilettanti, ha concluso la carriera da calciatore. «Un territorio come la Val di Sangro, dove c’è il polmone dell’economia abruzzese, non poteva restare senza rappresentanza», ha detto Vincenzo Menna che in questi giorni è stato subissato di messaggi e chiamate da vari personaggi del mondo del calcio.
Chi è. Menna – sposato con la signora Nicoletta e padre di Francesca (29 anni) e Barbara (27 anni – è entrato in politica nel 2012 aderendo al Mau (Movimento Atessa Unita), il movimento civico atessano. Nel 2017 prima candidatura ed elezione in consiglio comunale a supporto del sindaco Giulio Borrelli. Per lui 499 preferenze, nel 2022 sono diventate 956. Quasi raddoppiate. Un’onda lunga che lo ha portato sui banchi del consiglio regionale. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, ha lavorato per 16 anni alla Cantina Tollo e adesso è dirigente di azienda a Cupello. Lasciato il calcio, ha scelto la politica come hobby: niente carriera da allenatore, dirigente o procuratore. Non è tipo da abbassare la testa tanto facilmente. Un lottatore in campo, a volte ruvido ma mai cattivo.
Il parallelo.
Differenze tra calcio e politica? «Il calcio insegna a rispettare le regole e la gente. Si convive in uno spogliatoio con varie anime e con tante teste e con un obiettivo unico. Non sempre in politica, invece, ci si riesce. Dividersi fa il gioco dell’avversario, nello sport e nella politica. Io sono riuscito a fare sintesi con buona parte del paese. Diciamo che buona parte di Atessa si rivede in me, nelle mie idee e nelle mie prerogative». Perché ha perso D’Amico? «Bella domanda! Diciamo che è stata sprecata un’occasione, perché è una persona competente e capace. Un peccato. Forse siamo usciti in ritardo, forse bisognava farlo parlare di più. Non lo so di preciso. Tante piccole cose messe insieme che hanno fatto la differenza».
Io e Tommasi. Vincenzo Menna ha scelto di fare da sé. Nessun big del centrosinistra lo ha affiancato in campagna elettorale. Non ha cercato sponde, coerente con la discesa in campo da civico. Che comunque strizza l’occhio al centrosinistra senza però fare la trafila negli apparati di partito. «Tempo fa sono stato a Verona e ho parlato con Damiano Tommasi (ex calciatore di serie A con la Roma ed ex presidente del sindacato dei calciatori, ndr), il sindaco. Gli ho chiesto come ha fatto a battere la Lega. E lui mi ha svelato alcuni segreti della campagna elettorale. Niente big al seguito, ad esempio. La campagna elettorale si fa in mezzo alla gente e se sei nuovo hai più appeal. Poi, chiaramente, ci sono i mezzi di comunicazione attraverso cui sviluppare idee e proposte». Quanto ha influito la popolarità di Menna calciatore sui voti ricevuti dal Menna politico? «Non più di tanto. Ovunque sono andato, però, ho lasciato un buon ricordo. Dell’uomo oltre che del calciatore. Anche se come difensore non sono stato male. Ripeto: la gente vuole potersi fidare in politica. E io, evidentemente, sono risultato credibile ai loro occhi». Chi ha influito sulla crescita del Menna calciatore? «In primis Salvioni, a Vasto. E poi Petrelli e Donati». E ora? «Testa bassa e pedalare». Ma prima di entrare all’Emiciclo c’è la festa: sabato sera appuntamento in piazza Garibaldi, ad Atessa. Ci sarà anche Luciano D’Amico, oltre al sindaco Giulio Borrelli a festeggiare l’ex calciatore che si è dato alla politica.
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