VASTO. Sale devastate, arredi distrutti, rifiuti organici sul pavimento. E in mezzo al pattume c’è anche qualche siringa. Si presenta così quello che un tempo era un fiore all’occhiello del Vastese, la sede del Cotir, il Centro di sperimentazione delle tecniche irrigue di contrada Zimarino. Da tempo la struttura è diventata il rifugio di balordi e non solo. Il viavai di figure inquietanti non sfugge né ai pendolari né ai turisti. Eppure un anno fa era stata annunciata dalla Regione la trasformazione della struttura in una centrale di produzione dell’idrogeno La giunta regionale, su proposta dell’allora vice presidente Emanuele Imprudente, aveva approvato la messa a disposizione a favore dell’Azienda regionale delle attività produttive (Arap) del sito regionale ex Cotir di Vasto. Contestualmente era stato approvato anche lo schema di convenzione tra Regione e Arap di impegno di messa a disposizione, in favore dell’agenzia stessa, del sito di proprietà regionale. «Impegno», spiegava la Regione, «vincolato al positivo ottenimento del finanziamento nell’ambito dell’avviso pubblico finalizzato alla selezione di proposte progettuali volte alla realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in area industriali dismesse, da finanziare nell’ambito del Pnrr, investimento 3.1, produzione in aree industriale dismesse. Per questo tipo di interventi, la Regione riceverà complessivamente fondi pari a 25 milioni di euro». Sono trascorsi 14 mesi da quella comunicazione e la centrale a idrogeno resta ancora una chimera e le immagini raccontano che a disporre di quella struttura sono solo vandali e teppisti.
«Ci sono stati ritardi nell’assegnazione e nel trasferimento delle prime risorse per avviare l’attività. Il vero ritardo nasce dall’attesa fra l’escussione del bando e l’atto di assegnazione. Questo particolare ha inciso», spiega Gianni Cordisco, componente del consiglio d’amministrazione dell’Arap. «A livello regionale sono stati mandati indietro per carenza di domande finanziabili – forse connesse a una scarsa informazione preliminare – metà delle risorse che sono state redistribuite in altre regioni». Pare che entro l’estate, salvo nuovi rinvii, il progetto dovrebbe finalmente essere avviato. Nel frattempo tuttavia il territorio chiede soluzioni per mettere fine al degrado dell’ex Cotir. «L’area circostante andrebbe bonificata», sollecita il sindaco di Vasto, Francesco Menna, «e sarebbe opportuno trovare soluzioni per evitare occupazioni abusive e uso improprio della struttura in attesa che l’immobile diventi un centro per la produzione di idrogeno green destinato non solo ai processi produttivi ma anche alla trazione di veicoli. L’importante è mettere fine ai continui assalti di vandali e ladri», afferma il primo cittadino.
Mezzi agricoli, attrezzature e computer sono stati rubati, le porte e i sanitari sono stati divelti, le grondaie e i canali di rame spariti e le forestiere svuotate. Gli arredi distrutti. All’interno il fetore è insopportabile. «Ho denunciato tante volte alla Regione, ente da cui dipende il Cotir, quello che accade. La Regione non risponde e non tiene in alcuna considerazione le mie denunce», prosegue Menna. «È assurdo lasciare in totale abbandono un immobile pubblico che potrebbe essere utilizzato a fini sociali, sanitari e di pubblica utilità». In passato la Regione aveva bocciato la proposta di dare la struttura al Civeta. Bocciata anche la trasformazione del capannone in cimitero per cani e gatti. Quella struttura poteva diventare la sede della Protezione civile, della Croce Rossa o affidata a enti che si occupano di volontariato o utilizzata per scopi sportivi. La sua vicinanza al casello di Vasto Nord la rende utile per tantissime iniziative. Quel che è certo, non è più rinviabile la bonifica dei terreni che circondano la struttura e la risistemazione e adattamento degli interni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA