PESCARA. «Non consentiremo di fare la sede della Regione nell’area di risulta. Il giorno dopo le elezioni, strapperò il protocollo d’intesa tra il Comune e la Regione. L’8 e 9 giugno non si voterà soltanto per il sindaco di Pescara: sarà anche un referendum per il futuro dell’area di risulta e noi diciamo no alla colata di cemento, noi vogliamo il verde e i parcheggi in verticale». Nel primo comizio da candidato sindaco del centrosinistra, Carlo Costantini parla a braccio per 40 minuti e detta le linee guida del programma. Sotto al Comune, ci sono Giovanni Legnini, commissario alla ricostruzione di Ischia, i consiglieri regionali Luciano D’Amico, Antonio Blasioli, Antonio Di Marco ed Erika Alessandrini, Daniele Marinelli e Daniele Licheri, segretari regionali del Pd e Sinistra italiana, rappresentanti di Europa Verde e Radici in Comune; assente il deputato Pd Luciano D’Alfonso.
Costantini è sicuro: «Vinceremo questa sfida guardando al 2027», dice lui, padre putativo della fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore con la proposta del referendum istitutivo della città unita nel 2014. «Bisogna prepararsi ad un evento storico», osserva, «nel 2027 nascerà Nuova Pescara e questo sarà un appuntamento di straordinaria importanza per la nostra comunità. Una città di 200mila abitanti, capitale del medio adriatico; un popolo e una comunità che finalmente avranno la dimensione per esercitare le proprie legittime rivendicazioni e le proprie ambizioni a livello nazionale e a livello europeo».
Il consigliere di opposizione uscente boccia l’amministrazione Masci: «Gli ultimi 5 anni sono stati difficili per i pescaresi, massacrati dai semafori trappola». E ancora: «Hanno messo le mani in tasca ai pescaresi per spendere i loro soldi anche in viale Marconi. Lì sono stati spesi quasi due milioni di euro e nessuno ci vuole spiegare perché: i ripensamenti hanno sempre un costo».
Costantini dà lo stop alla filovia sulla strada parco – tra il pubblico c’è anche Ivano Angiolelli, presidente del comitato Strada parco Bene comune – e dice: «La metropolitana di superficie sui binari della ferrovia è un’opportunità straordinaria e si può fare in 24 mesi». E poi: «Se fossi un amministratore mi vergognerei per le condizioni del porto senza dragaggio con le barche che rischiano quotidianamente di restare incagliate: la marineria è Pescara».
Il candidato parla del turismo ma protesta perché arrivare a Pescara è un percorso a ostacoli: «È insopportabile che un sindaco non protesti per i disagi sull’A14. L’aeroporto? Non possiamo metterci gli amici degli amici, basta giocherellare con le nomine. Dobbiamo creare le condizioni perché Pescara riprenda la sua corsa verso il futuro».