TERAMO. In un clima da post-elezioni regionali, ieri è tornato a riunirsi il consiglio comunale di Teramo dedicato alle interrogazioni. Il risultato del voto del 10 marzo e la conquista da parte dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Cavallari di un posto fra i banchi dell’opposizione in Regione hanno occupato un consistente spazio, in termini di temi e di rimandi politici, all’interno dell’assise. A ciò si aggiunga il paventato rimpasto di giunta che potrebbe risolversi con piccoli aggiustamenti volti a rimpiazzare la poltrona di Cavallari o con un più ampio stravolgimento di assetti e deleghe.
Se ne parlerà con ogni probabilità dopo Pasqua ma intanto questi aspetti hanno caratterizzato il consiglio comunale di ieri, l’ultimo per l’assessore ai lavori pubblici che è stato tirato in ballo sia dall’opposizione che dalla sua stessa maggioranza. In particolare, ha spiccato per concretezza l’intervento del consigliere Marco Di Marcantonio, capogruppo del Pd, e per molti possibile successore di Cavallari. Il Dem ha fatto un’analisi politica del voto sottolineando il buon lavoro dell’amministrazione D’Alberto che a livello cittadino e provinciale «ha fatto da traino» alla vittoria del centrosinistra. Di Marcantonio ha voluto fornire un «ultimo assist all’assessore Cavallari per fare il punto sui lavori pubblici» chiedendo di fissare con chiarezza e spiegare ai cittadini anche quelle che sono responsabilità altrui in tutte quelle situazioni dove i processi sembrano procedere a rilento. In particolare nella ricostruzione post-sisma, come per palazzo Orsini, ma anche sui siti archeologici, come per gli scavi in largo Madonna delle Grazie. Il capogruppo Dem ha voluto sollecitare l’amministrazione verso un maggior rigore nell’inchiodare «alle proprie responsabilità chi si disimpegna». L’intervento è stato accolto di buon grado da Cavallari, ma anche dai consiglieri di minoranza che l’hanno però letto come una tirata d’orecchie alla giunta. L’assessore ha colto l’occasione per mettere in fila le situazioni più complesse e spiegarne lo stato dell’arte. Per il municipio ha detto che il progetto definitivo è stato consegnato il 4 marzo all’Usr che ha chiesto delle piccole integrazioni. «Una volta ultimato questo passaggio potremo avere il parere di fattibilità tecnico-economica» ha spiegato Cavallari sottolineando la complessità del progetto che molto probabilmente comporterà la demolizione di quella porzione di municipio a ridosso del bar. Ha fatto poi il punto sulle scuole (la San Giuseppe è prossima alla gara e per la Savini si sta integrando il progetto esecutivo), e parlato anche di piazza Garibaldi. Tema, questo, toccato anche dai consiglieri di minoranza in più occasioni. Cavallari ha riferito dei problemi rilevati nel corso degli scavi e della necessità di un progetto di variante che si sta definendo: da qui lo slittamento dei tempi del cantiere. C’è poi il teatro comunale per il quale «entro 70 giorni sarà depositato il progetto definitivo», ha detto concludendo con un vero congedo, «chi mi succederà troverà giovamento dal lavoro fatto, con un settore fortemente motivato». La palla passa al sindaco che dovrà indicare chi raccoglierà l’eredità di Cavallari.
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