AVEZZANO. Non c’è ancora traccia del secondo centro di raccolta rifiuti che Tekneko avrebbe dovuto consegnare alla città dal 2017. I lavori sono fermi, incagliati in un iter che va avanti da oltre sei anni e che ha coinvolto quattro amministrazioni comunali diverse. Un vero e proprio giallo, perché la realizzazione dell’opera spetta proprio a Tekneko, l’azienda del patron Umberto Di Carlo che gestisce il servizio di raccolta differenziata in città e che ha ottenuto una nuova proroga fino al prossimo 31 dicembre. Ma non è tutto. Il centro di raccolta, di fatto, risulta già finanziato in quanto compreso nel maxi appalto da 27 milioni con cui l’ente ha affidato all’azienda il servizio per la gestione dei rifiuti. L’accordo prevedeva anche la costruzione di un centro del riuso (l’unico nel centro sud Italia) grazie ai 100mila euro messi sul piatto dalla Regione Abruzzo. L’impianto doveva entrare in funzione nel quinquennio 2017-2022 (vale a dire la durata del contratto di appalto).
IL LUNGO PERCORSO
L’iter ha inizio nel 2015, quando la prima giunta comunale guidata da Gianni Di Pangrazio dà il benestare alla localizzazione del centro in via Generale Rubeo. Ma è nel 2017, dopo il nuovo affidamento della gestione rifiuti all’azienda di Massa d’Albe, che il passo sembra farsi più deciso: il 21 maggio 2018 (sindaco Gabriele De Angelis) il consiglio comunale approva il mutamento di destinazione d’uso del terreno indicato per la realizzazione; appena un mese dopo arriva invece il semaforo verde al progetto preliminare, interamente a carico di Tekneko. L’approvazione definitiva avviene però soltanto il 27 febbraio 2019 con una delibera consiliare in cui viene ratificata la variante al piano regolatore. Altri dieci mesi ed è la volta del via libera al progetto esecutivo presentato da Tekneko (20 dicembre). Nella delibera si rimarca che «l’aggiudicatario (Tekneko, ndr) è tenuto a realizzare un secondo centro di raccolta (CdR) ed il centro del riuso (CdRi), per l’importo offerto in sede di gara, oltre a 100mila euro mediante fondi Fsc 2007/2013». L’importo definitivo ammonta a 673mila euro.
I RITARDI
Un altro punto di svolta sembra arrivare alla fine dell’estate 2021, quando il Comune – a meno di un anno dalla scadenza dell’appalto con Tekneko – tenta il blitz in zona Cesarini, con l’avvio dei lavori di bonifica nell’area di via Rubeo per circa 80mila euro (a carico dell’ente). E l’ultimatum lanciato dall’assessore Roberto Verdecchia, all’epoca titolare dell’Ambiente: «Contiamo di aprire entro fine anno». Appello però caduto nel vuoto perché i lavori hanno preso il via soltanto un anno più tardi, dopo la scadenza del contratto con Tekneko e già in regime di proroga (la prima delle tre elargite al patron Di Carlo per quasi 9 milioni). Prima ancora, il 22 agosto 2022, era arrivata la diffida inviata all’azienda dall’allora dirigente del settore Ambiente, Massimo De Sanctis. «Ritengo necessario», si legge nel documento, «dover evidenziare che la realizzazione del Centro di riuso/raccolta costituisce uno specifico impegno contrattuale a carico di Tekneko, reso ancor più stringente dal fatto che l’opera è cofinanziata dalla Regione Abruzzo che ha già intimato di ultimare l’opera entro il 30 settembre 2022». E ancora: «Per tale impegno contrattuale Tekneko ha già incassato il proprio corrispettivo». Una strigliata (da molti giudicata tardiva) che tuttavia non ha impedito il dileguarsi delle tempistiche: il taglio del nastro era fissato allo scorso aprile ma Tekneko ha chiesto un’ulteriore proroga di sessanta giorni, con la nuova scadenza fissata alla fine di giugno. Ma il progetto è ancora fermo al palo. Di qui l’amara presa di coscienza che serpeggia in seno alla maggioranza Di Pangrazio, in fibrillazione per la predisposizione della nuova gara di appalto, ora che lo stesso primo cittadino si è insediato nel direttivo di Agir, l’agenzia a cui spetta l’indizione delle procedure di gara.
©RIPRODUZIONE RISERVATA