SCOPPITO. «Avevo già perso i sensi a causa del fumo, se non fosse stato per i miei vicini di casa sarei sicuramente morto». La voce ancora fioca di chi ha respirato il fumo di un incendio, qualche colpo di tosse ogni tanto, ma se Manuel Roncone (per tutti Briga), può raccontare la sua brutta avventura lo deve al coraggio dei suoi vicini di casa del villaggio Aventis di Scoppito, che sono intervenuti per tirarlo fuori dall’inferno dell’incendio della casetta di legno in cui viveva. «Devo ringraziare due vicini di casa, Gabriele Di Gregorio e Mariano Antonetti, che sono venuti a soccorrermi. In particolare, Gabriele, che è entrato nella casetta mentre ero già in arresto cardiocircolatorio. Ero caduto vicino alla porta, ma lui è entrato, mi ha preso per il cappuccio della felpa, mi ha trascinato fuori e mi è stato vicino per tutto il tempo aspettando l’arrivo dei soccorsi. Senza di loro sarei morto sicuramente». Un incendio, quello di una casetta del villaggio Aventis a Scoppito avvenuto nella notte di Natale, che poteva trasformarsi in tragedia. Il rogo, causato probabilmente da un corto circuito, ha infatti distrutto la casa di legno. Il trentenne Manuel, attualmente in attesa di occupazione e fidanzato con Samantha, è uscito dall’ospedale, ma non è potuto tornare nella casetta di legno a Scoppito. «Lì è andato tutto distrutto», racconta. Dopo la prima rianimazione fatta dai vicini, sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri e il 118. Il villaggio Aventis di Scoppito fu realizzato in soli 90 giorni dopo il sisma del 2009 dalla Sanofi Aventis, multinazionale farmaceutica che ha una delle sue fabbriche a Scoppito, per dare immediatamente un tetto alle famiglie di 112 dipendenti che avevano perso la loro casa. Al taglio del nastro arrivarono tra gli altri l’allora presidente del Senato, Renato Schifani, e l’amministratore delegato Sanofi Aventis in Italia, Daniel Lepeye.