CHIETI. Il progetto per portare i pasti nella scuola d’infanzia Cesarii è praticamente pronto. Lo hanno messo a punto i genitori ma non può ancora partire: manca il via libera di Comune e istituzioni scolastiche. E così, il giorno dopo la protesta sulla mensa di martedì davanti al Comune, con i genitori ricevuti dal sindaco Diego Ferrara, ieri è andata in scena la protesta bis, con le mamme a manifestare davanti al plesso scolastico nei pressi della villa comunale e i piccoli allievi seduti sulle scale a consumare i pasti. «Noi la soluzione ce l’abbiamo», dice Daniela D’Andreagiovanni, rappresentante dei genitori nella sezione B della scuola d’infanzia, «ma ora vogliamo che qualcuno si prenda la responsabilità di far partire questa mensa privata ed esterna, visto che non possiamo usufruire del servizio pubblico. È passato troppo tempo: i nostri figli hanno diritto a un pasto sano e caldo». E c’è anche chi decide di cambiare scuola a causa del mancato avvio del servizio di refezione: «Io ho deciso di spostare mio figlio dalle Cesarii», dice Daniela Polimeno, «perché qui si mette a rischio la salute di bambini che stanno crescendo. Sono venuta comunque a protestare, solidale con gli altri genitori. I nostri figli hanno un apparato gastrointestinale in fase di accrescimento e la carica microbica che possono contenere alimenti consumati parecchio tempo dopo essere stati preparati può essere davvero molto alta. La salute dei nostri bimbi non può essere messa a rischio ogni giorno. Sappiamo che siamo in una situazione di emergenza che non è mai stata affrontata prima da parte dell’amministrazione comunale. Sappiamo che purtroppo l’appalto mensa è stato revocato e il Comune è un ente in dissesto. Ma tutto questo non può essere un alibi per non trovare una soluzione. Le dirigenti scolastiche e il Comune hanno l’obbligo di trovarne una».
I genitori sono pronti a continuare la protesta sino a quando non si troverà una via d’uscita. Sono una ottantina i bambini della scuola che dovrebbero usufruire del servizio mensa. I genitori si sono mossi per conto proprio per contattare aziende private di ristorazione ma sembra che ora il principale ostacolo sia la mancanza di autorizzazione per fare entrare i pasti a scuola. «Non c’è nessuno che si prende questa responsabilità», dice D’Andreagiovanni, «assistiamo a un rimpallo tra istituzioni scolastiche e Comune». Alla protesta di ieri mattina è intervenuta anche la consigliera regionale di maggioranza Sara Marcozzi che ha preso l’impegno di cercare di sbloccare la situazione.
Nel frattempo il mondo scolastico teatino è in fermento: l’Unione degli studenti di Chieti ha organizzato per domani un corteo sui problemi delle scuole superiori, dall’edilizia al trasporto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA