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TERAMO. Un caso complesso e delicato con lo sono tutti quelli che coinvolgono minori: per la fragilità delle vittime, per le difficoltà a raccontare l’indicibile.
A processo è finito un teramano di 49 anni accusato di abusi sessuali sulle figlie della sua convivente poi diventata moglie: due ragazzine che all’epoca dei fatti contestati erano entrambe minori di 14 anni. L’uomo (difeso dagli avvocati Sabatino Ciprietti e Fabio Di Paolo) è a processo con il rito abbreviato davanti al gup Lorenzo Prudenzano dopo una iniziale istanza di patteggiamento fatta al pm che non ha prestato il consenso. Le due ragazzine nel procedimento si sono costituite parti civili. I fatti, sempre secondo la versione sostenuta dalla Pubblica accusa, sarebbero avvenuti in un arco di tempo compreso tra il 2008 e il 2016 e sarebbero stati denunciati successivamente.
Le indagini sono iniziate dopo i racconti fatti dalle minori in fase di separazione tra l’uomo e la donna.
Le indagini, delegate dal sostituto procuratore Greta Aloisi titolare del fascicolo, hanno ricostruito episodi in cui, sempre secondo la Pubblica accusa, l’uomo avrebbe messo in atto degli abusi sessuali nei confronti delle figlie dell’allora convivente.
Episodi che si sarebbero verificati sempre quando la donna non era in casa e in alcuni occasioni anche in un orto in cui l’uomo spesso si recava per fare delle coltivazioni e in cui si sarebbe fatto accompagnare, in occasioni diverse e separate, dalle ragazzine. In una occasione, sostiene l’accusa, una delle due ragazzine avrebbe anche colpito con un calcio l’uomo proprio per difendersi dagli abusi e in questo modo, in quel caso, sarebbe riuscita a scappare via. La Procura imputa al 49enne, così si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, «un abuso di autorità consistito nell’approfittare della posizione di preminenza sulle minore correlata a vincoli di affettività tali da indurre nel soggetto passivo una condizione di soggezione psicologica di cui approfittava anche suscitando nelle minori un senso di colpa ogni qualvolta le stesse non si mostravano disponibili ad assecondare le sue richieste». Si torna in aula nel mese di maggio.(d.p.)
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