L’AQUILA. La qualità dell’aria, secondo l’Arta, è buona quasi in tutti gli ambienti. Riaprirà domani la sede del tribunale dell’Aquila, che è rimasto chiuso per una decina di giorni, a causa dell’incendio divampato lo scorso 28 giugno. Le fiamme avevano generato aria malsana e irrespirabile, tanto che i vertici della Procura della Repubblica del capoluogo e della Corte d’Appello, avevano deciso di fermare tutte le attività giudiziarie che, nel frattempo, si sono tenute in parte negli uffici di Pile.
I tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente hanno effettuato due prelievi nel palazzo di giustizia, in diverse stanze, per analizzare la qualità e la salubrità dell’aria ed escludere eventuali conseguenze per la salute. Gli esiti del doppio prelievo, finiti sui tavoli dei magistrati e del servizio di prevenzione della Asl, hanno convinto gli stessi a fare il via libera alla riapertura dei battenti dell’immobile, fatta eccezione per un corridoio sotterraneo e per un ufficio collocato al piano terra del tribunale, per il quale, secondo l’Arta, non ricorrono ancora i presupposti per la riapertura.
«La nota dell’azienda sanitaria», si legge nel provvedimento che dispone la riapertura, firmato dal presidente della Corte d’ Appello Fabrizia Ida Francabandera e dal procuratore generale Alessandro Mancini, «con cui tale Dipartimento, preso atto e verificate le risultanze dei campionamenti eseguiti da Arta Abruzzo, evidenzia che le operazioni di bonifica, areazione, manutenzione e sostituzione dei filtri del sistema aeraulico hanno dato esito positivo e soddisfacente, tali da rendere agibili le strutture del palazzo di giustizia, ad eccezione del corridoio posto al piano interrato e della stanza numero18 collocata al piano terra».
Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio era partito a causa di un probabile corto circuito agli impianti elettrici e aveva danneggiato la sala server che rappresenta un nodo cruciale per il funzionamento quotidiano del tribunale: archiviazione dati, gestione documentale e comunicazioni interne.
Per fare chiarezza sulla dinamica esatta dell’accaduto e valutare eventuali responsabilità, è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura aquilana.
Gli inquirenti, nel corso dei primi accertamenti, si sono concentrati sui sistemi di sicurezza presenti nel palazzo di giustizia e sulla manutenzione degli impianti elettrici per comprendere se ci siano stati mancati controlli o negligenze che potrebbero aver favorito lo sviluppo delle fiamme.
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