CHIETI. Mentre la bambina di otto anni di San Giovanni Teatino, ritrovata in seguito alle indagini della squadra mobile a Duisburg, si trova in una struttura protetta della città tedesca, sono invece in carcere la madre, la zia paterna e il compagno di quest’ultima. La madre, dopo aver contravvenuto all’obbligo di dimora, dovrà rispondere anche di sottrazione di minore. La zia paterna, pescarese, arrestata nell’ambito di una parallela indagine condotta dai carabinieri su disposizione della procura di Pescara, era invece latitante da sette anni e deve già scontare una condanna a 18 anni di reclusione. Precedenti per reati legati alla droga e contro il patrimonio pendono anche sul compagno, perciò zio acquisito della bimba, di origine montenegrina. Il rapimento, come noto, è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 maggio scorsi. La piccola è sparita dalla casa della nonna, che se ne prendeva cura insieme agli zii materni che abitano nella stessa palazzina. La scomparsa della bambina è stata denunciata la mattina del 26, quando, come chiarito dalle indagini della polizia, era ormai già arrivata a Monaco di Baviera con la madre, prendendo un autobus da Bologna nella tarda serata del 25. Questa circostanza, insieme ai frequenti contatti tra madre e zia paterna latitante, le incongruenze nei racconti dei parenti e l’analisi dei telefoni, hanno portato la procura di Chieti a iscrivere nel registro degli indagati tutti i familiari che gravitavano intorno alla bambina: sei in tutto, compresi madre e padre. Ma le indagini puntano a evidenziare anche eventuali altre complicità, in particolare a individuare chi possa aver portato mamme e figlia Bologna.