TERAMO. «Sulla questione dei buoni pasto, oggetto di recentissime pronunce della Corte di Cassazione e della Corte d’Appello, si sono tenuti due incontri, con i sindacati del comparto e con quelli medici e della dirigenza professionale, tecnica e amministrativa, all’esito dei quali è stato raggiunto un accordo di massima, evitando così battaglie legali con possibili ulteriori gravose conseguenze economiche. Sono state stabilite le modalità esecutive dell’erogazione dei buoni pasto al personale dipendente e la relativa entità, in ottemperanza a quanto disposto dalle sentenze. È stato trovato un punto di incontro, nell’interesse dei lavoratori, tenendo in considerazione la criticità della situazione finanziaria dell’azienda sanitaria».
Con questa nota la Asl teramana ha reso noto di aver raggiunto un accordo di massima, che ora dovrà essere messo nero su bianco, per stoppare il contenzioso in atto sulla questione dei buoni pasto. La Cassazione l’anno scorso, accogliendo il ricorso di un’infermiera, aveva annullato le sentenze di primo e secondo grado – che erano state entrambe favorevoli all’azienda sanitaria – stabilendo il principio che il buono pasto tocca a tutti i dipendenti che svolgono un turno di almeno sei ore, dunque non solamente agli amministrativi come avveniva prima sulla base di un regolamento interno. La Corte d’appello, a cui la Cassazione ha rimandato la palla, non ha potuto far altro che adeguarsi a questo principio. Essendoci altre cause in corso, così come innumerevoli diffide, la Asl ha ritenuto di congelarle per evitare, come ha pubblicamente dichiarato, «ulteriori gravose conseguenze economiche».(red.te)